Giudizio: 8.5/10
Sei anni dopo il suo ultimo lavoro Aki Kaurismaki presenta a Cannes Foglie al vento, aggiudicandosi il Premio della Giuria e risultando uno dei film più osannati dalla critica; anche con quest'ultima opera il regista finlandese sembra confermare la tendenza emersa nell'ultimo ventennio a diradare le uscite delle sue pellicole, attese sempre con grande partecipazione della folta schiera di estimatori di tutto il mondo: tutto ciò non deve stupire perchè Kaurismaki dietro alcuni tratti dei suoi racconti che sembrano sfiorare il surreale, ha la straordinaria capacità di saper raccontare delle storie cariche di umanità e di compassione analizzando i destini umani all'interno della società.
In Foglie al vento abbiamo come protagonisti una donna, Ansa, che lavora in un supermercato, conduce una vita quasi monacale salvo qualche rara uscita con due colleghe in qualche balera di terz'ordine, ancora spera di trovare l'amore sebbene ormai non può dirsi certo più una giovincella e inorridita dall'idea di dover buttare i cibi in scadenza nel negozio non si tira indietro quando qualche poveraccio viene a fare l'elemosina presso i secchi della spazzatura nè tanto meno di portarsi a casa qualche alimento per la cena, motivo questo che le causerà il licenziamento.
Dall'altra parte abbiamo Holappa, un operaio ubriacone, anch'esso una anima sola , che in seguito ad un incidente sul posto di lavoro viene licenziato perchè trovato positivo all'alcool test; anch'esso frequenta le balere in cerca forse di qualche avventura o forse di qualcosa di più profondo o semplicemente di un po' di calore umano che riempia la sua solitudine.
In uno di questi locali i due si incrociano e si notano , per poi ritrovarsi qualche giorno dopo, vanno al cinema , ma poi lui perde il numero di telefono di lei e quindi sarà solo il caso a farli rincontrare e frequentare.
Una banale storia d'amore tra due disperati? No, perchè dietro l'incontro tra Ansa e Holappa c'è molto di più, c'è una poetica ermetica ma al tempo stesso luminosissima ed emozionate, c'è un destino che compare come un refolo di vento che si porta via un bigliettino oppure come un cagnolino che va a riempire le serate solitarie di Ansa, oppure un tram sferragliante che sembra volere spezzare un amore che nasce.
Ma soprattutto c'è un ritratto di umanità folgorante, intimo e al contempo grandioso, una storia piccola ricca di silenzi con pochi gesti dalla quale però emerge una forza propulsiva grandiosa; c'è una umanità di presunti perdenti che sembrano essere respinti dall'ambiente sociale in cui vivono, sui quali incombe la perenne crisi economica, la precarietà del lavoro e la guerra in Ucraina che riempie i giornali radio.
C'è soprattutto la mano di un regista che non smette mai di stupire, che sembra conoscere l'animo umano meglio di tanti altri cantori confusionari e roboanti, un poeta dell'umanità silenziosa, della solidarietà, della semplicità, della stravaganza, un poeta per il quale il Cinema è vita , è incontro , è il luogo dove tornare a cercarsi quando non si sa più dove andare, un Cinema che Kaurismaki richiama in maniera esplicita perchè i protagonisti per la loro prima uscita scelgono The Dead Don't Die di Jim Jarmusch, si citano Bresson e Godard, rendendo così omaggio ai suoi numi tutelari e Chaplin nella battuta finale del film.
Foglie al vento insomma è opera tutta di Kaurismaki anche nelle sue citazioni, e perchè il racconto che vede al centro questi due personaggi che appaiono dei diseredati isolati ma che hanno dentro di se però una gentilezza d'animo, una leggerezza, uno sguardo quasi da fanciulli, una spinta alla solidarietà ci regala una prospettiva che permette ai lavori del regista di conservare sempre quell'impronta un po' stralunata e un po' silenziosa , ma sempre animata da una capacità di trasmettere una fortissima umanità carica di empatia.
Le foglie che cadono e volano via sono il segno della fine di qualcosa, di un ciclo che si chiude , ma l'immagine che ci lascia Kaurismaki è quella di una speranza che solo nella solidarietà e nella semplicità si riesce a rimanere vivi nel corso del tempo che scorre; in un periodo in cui tutto sembra avere la valenza di globale, colossale, frenetico, iperfagico, una voce sincera e semplice , ironica e profonda come quella di Aki Kaurismaki è forse una delle nostre poche ancore di salvezza di fronte alla grettezza e l'inciviltà.
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