sabato 27 gennaio 2024

Monster ( Kore-eda Hirokazu , 2023 )

 




Monster (2023) on IMDb
Giudizio: 9/10

Quattro anni è durata la lontananza cinematografica di Kore-eda Hirokazu dal suo Giappone: l'esperienza francese prima e coreana poi , oltre a portare in dote il consueto bagaglio di premi e riconoscimenti, ha dimostrato come il regista sia stato capace di produrre due opere  apprezzabili, non cadendo nella trappola che troppo spesso, soprattutto per i registi asiatici, si è dimostrata l'esperienza all'estero e soprattutto in Europa.
Il Festival di Cannes, dove Kore-eda è abituale ospite, ha tributato a  Monster il Premio per la migliore sceneggiatura, scritta da Yuji Sakamoto, unica pellicola, insieme a Moborosi , la sua opera prima, in cui il regista non figura anche come sceneggiatore e dove ha ricevuto giudizi dalla critica positivi.
La storia, che presenta un tripartitura informale ma strutturalmente chiarissima e di cui parleremo poi, inizia con un incendio che divora un palazzo di una città di provincia giapponese, da un balcone una giovane donna e un ragazzino osservano e quest'ultimo chiede " se ad un uomo trapiantano il cervello di un maiale , è un essere umano o un maiale? " , stupita della domanda la donna chiede chi gli ha detto una cosa simile , e il ragazzo risponde che è stato un insegnante della scuola che frequenta.
In questo microscopico prologo e nelle parole del ragazzo c'è il centro della tematica che sta alla base di Monster.



Saori è la mamma di Minato, ragazzino che frequenta quelle che da noi sono le scuole medie, il padre del ragazzo è morto giovane ed il figlio vive ancora nel mito paterno, ma negli ultimi giorni la madre si accorge che Minato si comporta stranamente: è scontroso, silenzioso, tende ad isolarsi e soprattutto ha dei segni sul corpo che lascerebbero intendere a qualche percossa ricevuta, solo dopo numerose insistenze e di fronte a una mezza ammissione del ragazzo, Saori si convince che il figlio abbia subito maltrattamenti da un insegnante per cui si reca alla scuole per chiedere spiegazioni e di fronte all'ammissione molto formale da parte della preside, in presenza del presunto colpevole, Hori, appunto uno degli insegnanti della classe di Minato, Saori pretende una spiegazione che sia meno omertosa da parte della scuola, da parte loro gli insegnanti sostengono che Minato sia violento con alcuni compagni e che si comporti da bullo.
Appare subito chiaro insomma che la situazione è ben lungi dall'essere ben definita e molti dubbi permangono su come siano andate realmente le cose, anche in funzione delle testimonianze degli altri alunni della scuola; sta di fatto che Minato appare troppo spesso come un soggetto problematico e l'unico compagno che frequenta è Yori, un ragazzino mansueto dal sorriso intriso di tenerezza.
Quando si cominciano a profilare i contorni della storia che sembrano emergere da una fitta coltre di nebbia narrativa e che sembrano portare verso ipotesi inquietanti, torniamo da capo, all'incendio del palazzo , e quello che avevamo visto e ascoltato fino ad allora non era altro che la prospettiva di Saori; a questa seguirà , come un rewind programmato , la prospettiva del maestro Hori, e poi quella di Minato.
Quasi un thriller insomma, che però del thriller non ha nulla se non questo riuscitissimo , e tutto sommato anche abbastanza utilizzato, gioco di prospettive, di sguardi, di verità , di supposizioni che pone il film sotto una luce ben diversa da quella che si era strutturata nella prima parte.
Se la struttura filmica di Monster, sostenuta da una attenta e misurata , come sempre , regia di Kore-eda è un po' il cardine narrativo su cui si regge la storia, i contenuti dell'opera sono molteplici e ci offrono uno sguardo un po' diverso da parte del regista: non inganni il ricorso ad una storia di ragazzini e famiglie a pezzi che costituisce il marchio di fabbrica del cinema di Kore-eda perchè questa volta c'è dell'altro in Monster, una sorta di deriva annunciata , verso altre tematiche che siano anche innovative per il cinema del regista giapponese.
Cosa è dunque Monster? L'opera di Kore-eda è un film sulla diversità, sulla percezione di questa e sulla sua accettazione , individuale e sociale; spesso sentiamo dire nel film "Io sono il mostro" da uno dei due  ragazzini protagonisti della storia quasi ad esorcizzare l'epiteto che nasconde omofobia, razzismo, grettezza, ma soprattutto è il racconto di una lotta per scindere in maniera netta il binomio diversità-malattia, attraverso una critica sociale alla scuola e alla famiglia ; la prima per il suo patetico formalismo ( la scena degli incontri di Saori con il preside e gli insegnanti è al limite del surreale , pur tenendo in considerazione quanto i giapponesi siano legati alle loro ritualità sociali) la seconda per la sua forza destruente nel colpire i più giovani attraverso padri alcolizzati e storie di abbandono; la difesa della diversità contro il bullismo e la violenza diventa quindi anche la critica feroce del perbenismo e della omogeneizzazione della società.
Lo stesso gioco magistrale di prospettive che ci presenta il racconto, chiaro rimando al Kurosawa di Rashomon, sembra nascondere verità diverse e menzogne altrettanto differenti, che diventano lo scudo dietro al quale si costruiscono le cosiddette fake news, in una società in cui tutto ciò che devia dal formalismo integralista diventa diversità e come tale pericolosa.
Tutto questo impianto che Kore-eda mette in piedi dall'inizio e che sembra portarci sul terreno pericoloso e viscido di una storia di bullismo e maltrattamenti, di moralismo e di formalismo sociale, con il suo twist di prospettive diventa invece una  bellissima e singolare "storia d'amore", un racconto di crescita  e di emancipazione da legami sociali e da famiglie che in perfetto stile koreediano sono spesso solo un inutile e spento simulacro all'interno del quale covano lo squallore e la violenza.
Il dubbio che ci pervade dopo la prima parte del film è il vero motore della storia , ed in questo Monster  si dimostra opera di grande valore anche dal punto di vista tecnico; quante domande ci poniamo un attimo prima che il primo rewind ci porti repentinamente verso una nuova prospettiva? quante volte ci domandiamo come mai l'amicizia tra Minato e Yori sembri soffrire di qualcosa di doloroso e di non detto tra i due, che scompare improvvisamente e magicamente quando i due ragazzini si trovano nel loro piccolo mondo nascosto?
Il gioco di prospettive e di sguardi introduce anche una critica del regista verso la società ammalata di social, la società nella quale tutti hanno una credibilità autoreferenziale sterile, una società dove ogni cosa può essere bianca o nera e dove comunque la diversità , il non omologarsi ai canoni imposti diventa motivo di prevaricazione e di violenza.
Nel complesso Monster è un lavoro in cui brilla lo spirito umanistico di Kore-eda, un lavoro che nonostante presenti momenti anche cupi e duri, possiede una luce catartica in grado di mostrarci quanto ancora sia possibile accettare le diversità e l'anticonformismo.
Come abbiamo detto la regia di Kore-eda è pulita, regala inquadrature ed immagini molto rigorose prive di sovrastrutture, salvo forse la scena finale, di cui parleremo, in cui eccede in enfasi; la musica del compianto Ryuichi Sakamoto, morto poco dopo la fine delle riprese e cui il film è dedicato, sostiene con grande forza ma con grazie le immagini.
Due parole merita anche il cast: Ando Sakura ( Saori) è interprete meravigliosa, una assoluta certezza in quanto a presenza carismatica, ma il vero capolavoro lo regalano come spesso succede con Kore-eda i due ragazzini : Kurokawa Soya è magnifico nei panni di Minato, macerato nei suoi sentimenti e nella sua giovane esistenza,  Hiiragi Hinata non è da meno nel ruolo di Yori, grazie al suo sguardo dolce da ragazzino nel pieno della sua vita.
Il finale di Monster, unico momento, mostra una certa dose di enfasi, forse perchè carico di immagini evocative oltre che animate di una forza metaforica: il sole dopo la tempesta splenderà per tutti o sarà solo per i due ragazzini? Sarà una nuova vita più consapevole oppure sarà una nuova società in grado di guardare con più umanità ogni suo aspetto?
Una cosa è certa Kore-eda Hirokazu con Monster scrive forse il suo lavoro più bello, più completo, che riesce ad abbracciare totalmente la sua poetica e la sua idea di cinema.

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