sabato 6 gennaio 2024

In Water ( Hong Sangsoo , 2023 )

 




In Water (2023) on IMDb
Giudizio: 7/10

E' dal 2017 che il regista coreano  Hong Sangsoo , con puntualità incrollabile , presenta i suoi ormai abituali due film a stagione, tutti rigorosamente attraverso gli schermi dei maggiori festival europei, soprattutto quello di Berlino, spesso e volentieri ricambiato da premi e riconoscimenti vari.
E' vero che Hong è sempre stato uno dei meno "coreani " tra i registi del suo paese per le chiare influenze subite soprattutto dagli autori francesi della Novelle Vague, ma altrettanto vero è che ormai gode in Europa di grande stima e di una larga schiera di aficionados che attendono i suoi nuovi lavori come un appuntamento fisso dell'annata cinematografica.
In Water è il primo dei due film diretti quest'anno da Hong, presentato alla Berlinale, mentre qualche mese dopo a Cannes si è potuto vedere il secondo film dell'annata , In Our Days; e come spesso avviene, nonostante sembri raccontare sempre la stessa storia e nello stesso modo, questo lavoro mostra svariati aspetti nuovi sia dal punto di vista narrativo che tecnico.



L'aver ridotto la durata del film a poco più di un'ora, quasi quella di un mediometraggio, l'aver scelto un racconto ancor più minimalista del consueto e soprattutto l'avere optato per una scelta tecnica di ripresa che ha condizionato anche il suo abituale stile, possa quasi far pensare ad un viraggio verso un cinema più sperimentale, di fatto alla fine del film ci troviamo sempre di fronte alle riflessioni sul ruolo del cinema e dei suoi protagonisti, regista in primis.
Il racconto si svolge nell'arco di pochi giorni in una località balneare dove un attore che vuole cimentarsi nella regia e la sua mini troupe composta da una attrice e da un operatore alloggiano nell'attesa di girare qualcosa che però il regista non sa ancora cosa  possa essere; per trovare ispirazione i tre girovagano per le strade e lungo il mare aspettando l'ispirazione del regista, guardano i muri a secco, osservano l'ambiente che li circonda, passeggiano in riva al mare, ipotizzano come potrebbero essere le riprese in base alla lucee alle ombre.
Da buona troupe squattrinata il regista non può permettersi altro che cibi da asporto o pizze, mancano persino le proverbiali bevute di soju, ma non mancano invece le discussioni sul cinema e sul ruolo del regista e dell'attore; finalmente una mattina il regista nel vedere una ragazza che raccoglie immondizia dagli scogli ha la giusta ispirazione e così il giorno dopo si può girare la scena.
Se nella sostanza In Water prosegue nell'ormai interminabile riflessione di Hong sulla figura del regista e sul cinema in generale che prosegue da decenni, nella quale è chiarissimo il riferimento autobiografico, è anche vero che soprattutto dal punto di vista tecnico il film presenta della novità che meritano di essere interpretate: in alcune scene, tipicamente a quadro fisso come è tipico in Hong, soprattutto in esterni, le immagini appaiono sfocate, creando quello trano fenomeno come se si guardasse da dentro l'acqua quello che c'è fuori; in conseguenza di ciò le zoommate tipiche del cinema del regista coreano sono ridotte proprio in considerazione di questa scelta di ripresa.
Da qualche parte si è voluto interpretare questa scelta come un riferimento alla patologia oculare che sta compromettendo la vista del regista oppure come un modo per accentuare quel senso di indecisione , di incapacità a guardare le cose chiaramente che sembra attanagliare il protagonista del film come appunto se fosse in acqua, come farebbe pensare il titolo del film.
Sta di fatto che Hong in sessanta minuti ci propone una suo stringato compendio di cinema personale, dando l'impressione di essere sempre più chiuso nella sua roccaforte personale dove non c'è spazio per nessun'altro, considerato che Hong si occupa di ogni aspetto, dalla regia fino alla musica e al montaggio; persino  per l'amata e musa ispiratrice Kim Minhee questa volta non c'è spazio ( ascoltiamo la sua voce solo al telefono per pochi attimi oltre che in una canzone) in un cinema che ha ormai raggiunto un grado di solipsismo minimalista vicino all'ermetismo.
Quello che rende questo lavoro di Hong apprezzabile, come quelli che sta sformando da 7-8 anni a questa parte, è la sincerità di prospettiva e di sguardo , l'empatia profonda che dimostra verso i suoi personaggi,  e probabilmente verso se stesso, e la tematica ecologica-ambientale sebbene , attraverso una valutazione superficiale si potrebbe essere portati a considerare ogni lavoro lo stesso canovaccio girato e rigirato mille volte.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi