lunedì 15 gennaio 2024

Perfect Days ( Wim Wenders , 2023 )

 




Perfect Days (2023) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Nel 1983, fresco vincitore della Palma d'Oro alla Mostra di Venezia del 1982 con Lo stato delle cose e ormai divenuto uno degli esponenti di punta del Cinema Europeo che si proiettava verso la modernità, durante la lavorazione di Paris, Texas che gli regalò a sua volta nel 1984 la Palma d'Oro a Cannes, Wim Wenders intraprese un viaggio a Tokyo alla ricerca delle tracce cinematografiche di quello che lui ha sempre considerato come uno dei registi ispiratori della sua opera,  Ozu Yasujiro, morto circa vent'anni prima ;  attraverso la raccolta di interviste e colloqui con alcuni collaboratori del maestro giappomese, oltre che lunghe riprese che volevano rappresentare la vita frenetica che animava la capitale del Giappone, presentò due anni dopo, nel 1985 , il documentario Tokyo-Ga, , autentico appassionato omaggio ad Ozu e alla cultura giapponese in genere.
Oltre 40 anni dopo, giunto ormai alla soglia degli ottanta anni, peraltro ottimamente portati e con alle spalle una serie di grandi opere che ne hanno fatto una delle voci più importanti del Cinema contemporaneo, il regista tedesco ha intrapreso un nuovo viaggio in Giappone, idealmente quasi una chiusura di un cerchio iniziata appunto nel 1983 con un omaggio ulteriore ad Ozu, sebbene non esplicitamente dichiarato come fu per Tokyo-Ga.



Con Perfect Days, ricoperto da elogi e giudizi lusinghieri a Cannes dove è stato presentato e premiato, Wenders infatti decide di raccontarci la sua visione della vita , attraverso un uomo semplice che vive ogni momento con lo spirito di chi ha gli occhi e l'animo per vedere e sentire la bellezza di una esistenza fatta di piccole cose e di momenti di ispirazione: un classico personaggio alla Ozu, appunto, che attraverso il racconto della vita quotidiana ha mirabilmente immortalato la società giapponese a partire dagli anni tra le due guerre e i primi anni 60.
Hirayama (nome non scelto a caso per il protagonista...) è un uomo non più giovane, vive una vita solitaria e tranquilla nella sua casa tradizionale su due piani, lavora come addetto alle pulizie nei bagni pubblici di Tokyo e con senso civico tutto nipponico pulisce i bagni come se fossero quelli di casa sua; la sua è una esistenza dettata sempre dagli stessi gesti, gli stessi ritmi, una metodicità che gli fa ripetere quasi meccanicamente i gesti che scandiscono la sua giornata e il tempo che passa: la sveglia presto, anticipata dal rumore della ramazza che pulisce il marciapiede, il futon piegato ad arte e messo a posto, il segnalibro infilato tra le pagine , l'igiene personale , il taglio della barba, la vestizione , l'acqua alle piante, la colazione consumata alla macchinetta automatica proprio fuori casa e il furgoncino parcheggiato lì accanto nel quale appena sale inserisce una musicassetta; Hirayamo è un uomo vecchio stampo, sembra quasi che scientemente abbia deciso di vivere in una epoca che non è quella contemporanea: telefonino di quello con i tasti, niente digitalizzazione, musica ascoltata attraverso le cassette appunto, niente e-book ma il classico e frusciante libro di carta che ogni settimana cambia dopo averlo finito di leggere, e le sue letture sono Patricia Highsmith e Faulkner, bicicletta per muoversi, andare ai bagni pubblici o , in giorni stabiliti, al bar o al ristorante.
Insomma una metodicità che rende la sua vita tranquilla e sicura, priva di contrattempi, per lo meno fino a quando il mondo che ruota intorno a lui, e che non sembra avere la classica e proverbiale caoticità che contraddistingue sempre nel Cinema Tokyo, così come la aveva descritta Wenders stesso in Tokyo-Ga, non porta qualche imprevisto sia esso un misterioso giocatore col quale inizia una partita su un foglietto di carta lasciato in un bagno, oppure una chiusura improvvisa del bar, o l'arrivo della nipote, una giovane che si rifugia da lui dopo essere scappata di casa.
Per Hirayama è proprio questa esistenza routinaria che rende la vita meritevole di essere vissuta nei suoi momenti più belli che sono quelli in cui a pranzo si siede su una panchina nel parco e fotografa gli alberi che con il loro movere le fronde al vento creano giochi di luce ed ombre che richiamano alla mente del protagonista immagini ipnotiche, oppure i brani ascoltati in macchina , incisi sulle fedeli musicassette che i giovani (come il collega che lavora con lui o la nipote non sanno neppure come si infilano): Lou Reed , di cui ascoltiamo svariate volte Perfect Day, forse ispirazione per il titolo o forse semplicemente una descrizione di quella che è la vita del protagonista, Van Morrison, Patti Smith, Velvet Underground, gli Stones, Nina Simone e The Animals  sono la colonna sonora che fa da sfondo alla vita di Hirayama ma che di fatto sono anche le ispirazioni musicali del regista stesso.
Wenders sta molto attento a non raccontarci perchè Hirayama faccia questa vita, perchè abbia scelto di vivere una esistenza semplice , fatta di piccole cose, facendolo probabilmente ne spegnerebbe la poesia dandoci un appiglio sociale o personale che potrebbe spiegare qualcosa; con l'arrivo della nipote adolescente qualcosa iniziamo a intuire del passato dell'uomo che era decisamente diverso probabilmente e pieno di conflittualità famigliari, ma nulla scalfisce la sua figura di persona che ha scelto di vivere una vita quasi estraniata dal suo tempo, una vita che gli permetta nella sua semplicità di osservare il mondo al di fuori nei suoi aspetti magari insignificanti ma che riescono a fargli apprezzare quanto lo circonda.
Supportato da un grandioso Koji Yakusho, finalmente e giustamente insignito del premio come migliore attore a Cannes, che lo inserisce definitivamente nel gotha del cinema, Wim Wenders racconta con una delicatezza  e una gentilezza esemplari una storia semplice che fa di una filosofia di vita votata quasi all'attimo fuggente il suo cavallo di battaglia; vivere una vita serena, tranquilla, non farsi sommergere da affanni, frenesie, follie, aspettative irrealizzabili per poter affrontare giorno dopo giorno quanto la scelta di una vita semplice può regalarci; ci sono i libri, ci sono gli alberi che stormiscono e sembrano toccarsi, ci sono le piante che Hirayama ha strappato dall'incuria e messo nei vasi di casa sua, c'è la birra da prendere al bar e la puntata al bagno pubblico, c'è la musica che è il vero sottofondo della vita del protagonista, e c'è persino una Tokyo quasi poetica che ispira tranquillità e calma, una Tokyo dove anche  il sole che sorge sa regalare momenti di emozione , proprio come capita al nostro protagonista , con la fedele musica sottofondo, mentre le emozioni lo investono alla guida del suo furgoncino, nella scena che chiude il film.
Negli ultimi anni Wenders non aveva sempre convinto a pieno, qualche lavoro aveva lasciato qualche dubbio, ma vestendosi da grande saggio come ha fatto con Perfect Days riesce a costruire un'opera bellissima, tra le migliori dell'anno appena finito, una piccola grande storia che emoziona come solo quelle che nutrono la magia del Cinema riescono a fare.

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