venerdì 20 dicembre 2024

Caught by the Tides / 风流一代 ( Jia Zhangke / 贾樟柯 , 2024 )

 




Caught by the Tides (2024) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Con Caught by the Tides, Jia Zhangke realizza una delle opere più intime e riflessive della sua carriera, un film che attraversa decenni di cambiamenti personali e storici, intrecciando il passato con il presente. Presentato al Festival di Cannes 2024, il film unisce materiale d’archivio tratto dai precedenti lavori del regista con nuove riprese, creando una narrazione che è al tempo stesso nostalgica e profondamente critica nei confronti del rapido sviluppo della Cina contemporanea.
Profondamente influenzato dalle peripezie della pandemia che ha bloccato il cinema per quasi due anni, Jia da buon documentarista quale è, sfrutta tutto il girato di alcuni suoi lavori precedenti ( Still Life e Unknown Pleasures in primis) creando un filo che percorre la sua cinematografia, le storie personali e la trasformazione della Cina fino ai giorni nostri innestandosi sulle riprese vere e proprie del film girate subito dopo la fine dell’emergenza mondiale.
Il racconto si snoda su quasi venti anni, articolato in tre segmenti distinti e segue le gesta di Qiao Qiao e della sua tormentata storia d’amore con Guo Bin affidandosi per i primi due interamente a filmati di archivio; questo approccio non convenzionale evidenzia il passare del tempo in modo tangibile, mostrando l'invecchiamento reale dei luoghi e dei protagonisti, mentre la qualità visiva varia tra formati digitali, pellicole 35mm e video a bassa risoluzione, rendendo il tempo un elemento viscerale e quasi palpabile nel film.



La scelta di Jia di utilizzare filmati dai suoi lavori precedenti, non è solo un omaggio al suo cinema, ma un modo per esplorare il tempo come memoria collettiva e personale.  Questo approccio potrebbe sembrare auto-referenziale, ma offre una meditazione profonda sul potere del cinema come mezzo per preservare e rielaborare il passato, andando ad arricchire ulteriormente la riflessione sul tempo che trascorre , cardine imprescindibile delle tematiche cinematografiche dell’opera del regista cinese.
Il film si concentra su come il tempo plasmi non solo i personaggi ma anche il panorama culturale e sociale della Cina. 
La costruzione della diga delle Tre Gole e il conseguente spostamento di milioni di persone sono rappresentati come metafore della trasformazione nazionale, a costo della perdita di radici e tradizioni. Jia mostra con malinconia il contrasto tra la vitalità delle comunità dei primi anni 2000 e il senso di alienazione del periodo post-pandemico. Il tempo, nel suo cinema, è sia distruttore che custode, e il film cattura questo dualismo con straordinaria sensibilità.
Il film esplora due temi fondamentali: l'impatto del progresso cinese e il trascorrere del tempo. Dai villaggi minacciati dalla diga delle Tre Gole ai centri urbani in rapida espansione, Jia mette in luce i sacrifici umani e ambientali del progresso economico. 
La narrazione segue anche il viaggio emotivo di Qiao Qiao, che cerca un amore perduto ma finisce per intraprendere una ricerca più profonda di sé stessa, offrendo un parallelo con una nazione alla ricerca della propria identità in un mondo globalizzato.
Quello che Caught by the Times esprime con maggior forza è il rapporto tra il cinema ed esplorazione temporale che sebbene sia una tematica carissima al regista, diventa qui quasi un trattato filosofico per immagini: il cinema come custode imperituro del tempo, conservando il passato, descrivendo il presente e prefigurando il futuro.
Jia, attingendo, come detto, a filmati d'archivio e riprese dai suoi precedenti lavori, riporta alla luce momenti e dettagli che rappresentano una Cina in transizione. Attraverso l’utilizzo di scene già note  , il regista non cerca di riciclare materiali per “pigrizia cinematografica” , come l’ha definita qualcuno, ma di riaffermare che il cinema può mantenere viva la memoria di un'epoca. Questo è particolarmente evidente nelle sequenze legate alla diga delle Tre Gole, simbolo di un progresso che ha cancellato interi villaggi. La narrazione visiva ricorda che ciò che è scomparso nel mondo fisico sopravvive grazie al linguaggio cinematografico.
Nel momento in cui le riprese originali del 2022 si intrecciano con il materiale d'archivio, Jia utilizza il cinema per raccontare una Cina contemporanea in cui il progresso tecnologico e l'individualismo crescente hanno rimodellato le relazioni umane e lo spazio urbano. La protagonista Qiao Qiao, ormai distante dai luoghi e dalle persone del passato, incarna questa trasformazione, diventando una figura solitaria in un mondo dove il senso di comunità si è rarefatto. Qui, il cinema agisce come un filtro attraverso cui lo spettatore può confrontarsi con le realtà del presente, osservando come le dinamiche umane e sociali evolvono nel tempo.
Jia Zhangke, senza fornire risposte esplicite, suggerisce il potenziale del cinema di anticipare il futuro. In Caught by the Tides, i personaggi sembrano intrappolati in un ciclo di ripetizione e cambiamento, un parallelismo con una Cina che continua a ridefinire sé stessa in risposta a sfide globali ed interne. Il film, con la sua struttura aperta, invita lo spettatore a immaginare come i temi affrontati – isolamento, urbanizzazione e perdita culturale – potrebbero evolversi nei decenni successivi.
Il cinema, per Jia Zhangke, è più di un semplice mezzo narrativo: è un archivio, un dialogo con il presente e una sfera di cristallo per il futuro. Questa prospettiva conferisce a Caught by the Tides un valore che va oltre la semplice esperienza estetica, rendendolo un’opera profondamente riflessiva, intimista e sociologica che usa il linguaggio visivo per sondare le dimensioni temporali e i loro effetti sull’umanità.
Con il suo ritmo meditativo e il fascino visivo, il film invita lo spettatore a riflettere sul tempo e sul cambiamento, offrendo una visione poetica e malinconica di una nazione e del suo popolo e con un finale aperto e venato di una certa enigmaticità verso un futuro incerto.
Presente quasi da sempre nei lavori di Jia, nonchè sua compagna di vita, Zhao Tao in questa opera assurge veramente ad una sorta di Musa virgiliana di stampo dantesco, conducendoci nel corso del tempo nel centro di quel fiume impetuoso che è stata la Cina nel ventennio appena trascorso, e lo fa con la grazia e la bravura che ben conosciamo.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi