lunedì 27 gennaio 2014

No man's land / 无人区 ( Ning Hao / 宁浩 , 2013 )

Giudizio: 8.5/10

Prima ancora di vedere la luce No man's land era già un caso cinematografico: Ning Hao aveva il film pronto dal 2010, quindi prima di Guns and Roses, ma la severissima censura cinese lo aveva bollato come nichilista ed indegno per un rappresentante dell'arte quale deve essere un regista.
Dopo più di tre anni , e senza che cesoiate siano state apportate alla pellicola, improvvisamente il film esce nei cinema cinesi all'inizio di dicembre: la lunga attesa e la morbosità del pubblico hanno abbondantemente ripagato le tasche della produzione visto che il lavoro di Ning Hao ha avuto incassi strabilianti in tutto il paese.
Il trentaseienne regista , sin dal primo lavoro, ha dimostrato una stoffa cinematografica non indifferente e così dopo quattro lavori, per lo più commedie più o meno nere, si è affermato come uno dei registi più validi tra i nuovi rappresentanti di una cinematografia in costante ascesa; in questo senso No man's land è lavoro piuttosto atipico per Ning Hao, il film è effettivamente permeato di un certo cupo nichilismo ed affronta tematiche che , curiosamente, in questo stesso periodo di tempo, il più grande e apprezzato rappresentante del Cinema cinese ha portato sullo schermo con Touch of Sin; i parallelismi tra il lavoro di Jia Zhangke e quelli di Ning Hao sono molti e ben chiari e stanno a dimostrare come il particolare periodo storico che la Cina sta attraversando sia ricco di spunti per chi sa guardare nelle pieghe della società.

No man's land paga il tributo e si ispira a due lavori occidentali in maniera tanto chiara quanto sincera: U-turn di Oliver Stone e Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.
"Mi chiamo Pen Xiao , come l'attore Sean Penn" dice ad un certo punto il protagonista che sfreccia con la macchina rossa avuta come parziale pagamento dal suo cliente ( ricordate la Mustang rossa di U-turn? ): una dichiarazione chiara e inequivocabile, una citazione che mette subito le carte in tavola.
Pen Xiao è un noto avvocato chiamato nelle lande desolate e polverose dello Shanxi a difendere un bracconiere che commercia illegalmente falconi che si è reso responsabile di un incidente stradale mortale. Sarà semplice per l'avvocato dimostrare che le prove non ci sono e far assolvere l'uomo dal quale riceve come parziale pagamento la fiammante macchina rossa.
Il viaggio di ritorno verso casa si trasforma in un incubo costellato di personaggi spietati e privi di ogni scrupolo, di rincorse come il gatto fa con il topo con il bracconiere che ben presto diventa la reincarnazione del Javier Bardem di Non è un paese per vecchi, di incontri tanto assurdi quanto violenti; c'è posto persino per una prostituta, unico sprazzo di umanità seppur sporca, che si infila nella storia nella speranza di fuggire dall'inedia e dalla violenza.
All'inizio la voce fuori campo di Pen Xiao scolpisce nella pellicola la filosofia della storia: gli uomini sono animali che hanno imparato ad usare il fuoco e , aggiungiamo noi, sono divorati dalla brama del denaro: tutto ha un prezzo, persino una confidenza o una parola, tutto è concesso pur di arraffare, carpire e rubare denaro e la pioggia di soldi che nel sottofinale riempie lo schermo è la metafora più azzeccata del film.
Girato in maniera sapiente da Ning Hao, che pur tenendo presente i modelli di ispirazione sembra scivolare di tanto in tanto nel western con tanto di musiche che sembrano quelle di Morricone, No man's land è film duro e cupo con qualche venatura ironica, appena rischiarato da un finale che lascia intravvedere uno sprazzo di ottimismo, descrive una umanità alla deriva, priva di ogni regola morale, di ogni etica seppur perversa, una umanità priva di legge, una umanità ridotta, appunto, a branco di animali, si sostiene con una trama che , a fronte di una certa staticità, sa sempre creare diversioni e intrecci mirabilmente cuciti.
Pen Xiao ripete spesso che lui non è come quegli animali che gli sono alle costole, ma dovrà ben presto capire che l'unica possibilità che ha è scendere sul campo e giocarsela con le loro armi: nelle difficoltà estreme ogni uomo torna ad essere un animale in lotta per la sopravvivenza.
Girato nel deserto del Gobi, cosa che ha richiesto un impegno anche fisico notevole, il film si avvale dello scenario naturale per esaltare il racconto di violenza e di abiezione senza però mai indugiare sul manierismo e sull'immagine da cartolina e presenta un cast che si è dimostrato pienamente all'altezza: Xu Zheng ,con tanto di chioma, sa reggere bene il ruolo drammatico, Huang Bo è pienamente a suo agio nel ruolo da balordo in coppia con Duo Buji , alter ego di Javier Bardem, Yu Nan è l'unico raggio di speranza e di luce in cerca di rivincita.

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