domenica 21 marzo 2010

Gli amanti crocifissi ( Kenji Mizoguchi , 1954 )

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Rivisitazioni cinematografiche
Il turbine delle passioni e l'etica che diventa legge

E' questa una delle opere più significative e pià apprezzate di quello straordinario regista che è stato Kenji Mizoguchi, sicuramente uno dei più grandi interpreti di sempre della settima arte.
Prendendo spunto da uno dei tanti drammi scritti da Monzaemon Chikamatsu, autore del XVII secolo tra i più importanti della letteratura nipponica, racconta una storia ambientata nel 1600, di fortissimo impatto , nella quale convergono tutte le tematiche care al regista.
Una storia in cui il destino beffardo ed un intreccio di inganni e menzogne mette O-San, moglie dello stampatore imperiale e Mohei, dipendente del marito, nella condizione poco auspicabile di amanti accusati di adulterio, ingiustamente; poi, una volta fuggiti assieme, per il timore delle conseguenze penali dell'accusa, la passione amorosa , che l'uomo nascondeva fedelmente sotto le forme di una devozione infinita, si abbatte su di loro. Fra il suicidio d'onore e la consegna alla legge i due decideranno di vivere con dolore e con grande sentimento la loro passione , fino al finale , tragico e memorabile.

Intorno a questo nucleo di passione sconfinata, Mizoguchi lascia roteare un turbine violento fatto di onore, devozione, fedeltà, inganno , sopraffazione, meschinità e brama di potere, interrogandosi fin dove l'etica e le regole convenzionali possano compenetrarsi con la forza della legge; il risultato è non solo uno splendido spaccato sociale dell'epoca , ma anche una lucidissima disamina delle eterne forze che muovono le gesta dell'uomo, in ogni tempo esso si trovi. Come Kurosawa rende universali le pulsioni umane , così Mizoguchi le descrive con attentissimo occhio critico, avvalendosi di una tecnica di ripresa semplice, ma di una efficacia sbalorditiva, puntellando il tutto con simboli e immagini che rimangono indelebilmente impresse; valga per tutte la bellissima scena dei due fuggiaschi sulla barca, nel mezzo di un buio lago nebbioso, in cui l'uomo in uno slancio pieno di ardore dichiara il suo amore alla donna in procinto di uccidersi, una scena che cambierà il corso della storia e la scena finale, assolutamente straordinaria anche nella sua teatralità, in cui i due amanti vanno incontro al loro destino atroce mostrando uno sguardo sereno che sa di vittoria.
Molto raramente un film ha saputo rendere così mirabilmente il connubio eros-thanatos di cui è spesso costellata la cinematografia orientale, nonostante capiamo sin dall'inizio che il destino dei due è già scritto indelebilmente.
Credo che un autore come Mizoguchi meriti una vasta  rivisitazione a 360 gradi della sua opera sconfinata e preziosa.

1 commento:

  1. non mi è piaciuto. l'ho trovato stucchevole. M. mi incanta ma devo dire che in questo caso lo spollicio verso il basso. non ho apprezzato nemmeno i racconti del crisantemo. troppo lunghi e ripetitivi. li ho trovati di scarsa originalità. le tematiche erano già state sviluppate in altri film di impianto decisamente migliore come i racconti della luna... e l'intendente... cmq a questo punto se deve fare della critica sociale preferisco le donne della notte e in ambito europeo europa 51.

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