Road movie scandinavo
Interessante esordio alla regia per il giovane regista norvegese Rune Denstad Langlo che firma questo road movie dal sapore agrodolce, in cui dramma e commedia si mescolano in maniera appropriata.
Jomar ex campione di sci, ora in preda a profondissima depressione, passa la sua vita da rudere lavorando come guardiano in una stazione sciistica ed i suoi unici interessi ,oltre all'alcool e al fumo , sono i documentari National Geographic che trattano di disastri.
Un incendio apparentemente causale, proprio mentre guarda la Tv e cucina, fa scoccare in lui la scintilla della ribellione: si arma di abbondante riserva di alcool e in motoslitta parte alla volta del nord della Norvegia dove vive la ex moglie e il figlioletto che lo hanno abbandonato in seguito alla inedia causata dalla depressione.Jomar ex campione di sci, ora in preda a profondissima depressione, passa la sua vita da rudere lavorando come guardiano in una stazione sciistica ed i suoi unici interessi ,oltre all'alcool e al fumo , sono i documentari National Geographic che trattano di disastri.
Il viaggio catartico lo porta a conoscere per pochi attimi o per poche ore persone che hanno fatto della solitudine, voluta o coatta, la loro compagna di vita.
Il toccare con mano i disagi degli altri e una graduale presa di coscienza della sua residua forza vitale lo conduce dritto nel giardinetto di casa dove il figlioletto gioca beato con lo slittino.
Si rifa in maniera classica agli stereotipi del road movie il regista, mutuando anche la musica ad impronta country, ma nonostante questa assoluta mancanza di originalità, il film è piacevole: toccante e lacerante quando gli occhi di Jomar bucano lo schermo con la desolazione che può avere lo sguardo di un depresso, divertente e con una buona dose di humor quando volge lo sguardo alla commedia. Di sicuro è un film che , soprattutto nella prima parte, alimenta l'angoscia che si legge negli occhi del protagonista, così tinto di un bianco infinito come si presenta. La neve e la natura quasi incontaminata sono lo sfondo costante della storia, quasi a voler ricreare una tavola bianca su cui ridisegnare una vita ridotta in frantumi.
La regia è valida , seppur con qualche momento altalenante e Langlo sembra conoscere bene le tamatiche che tratta, cesellando un protagonista assolutamente credibile nei suoi silenzi e nei suoi sguardi vacui.
Si rifa in maniera classica agli stereotipi del road movie il regista, mutuando anche la musica ad impronta country, ma nonostante questa assoluta mancanza di originalità, il film è piacevole: toccante e lacerante quando gli occhi di Jomar bucano lo schermo con la desolazione che può avere lo sguardo di un depresso, divertente e con una buona dose di humor quando volge lo sguardo alla commedia. Di sicuro è un film che , soprattutto nella prima parte, alimenta l'angoscia che si legge negli occhi del protagonista, così tinto di un bianco infinito come si presenta. La neve e la natura quasi incontaminata sono lo sfondo costante della storia, quasi a voler ricreare una tavola bianca su cui ridisegnare una vita ridotta in frantumi.
La regia è valida , seppur con qualche momento altalenante e Langlo sembra conoscere bene le tamatiche che tratta, cesellando un protagonista assolutamente credibile nei suoi silenzi e nei suoi sguardi vacui.
Un esordio, insomma, che lascia intravvedere buoni doti , soprattutto se saprà ripetersi mostrando magari un po' più di personalità cinemtografica.
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