venerdì 13 maggio 2011

Fat choi spirit ( Johnnie To , Wai Ka-fai , 2002 )

Giudizio: 6.5/10
Il cinepanettone di Johnnie To e Wai Ka-fai


Equivalente Hkese dei cinepanettoni nostrani (ma solo per la coincidenza di uscita, l'occasione è il Capodanno) , questa commedia brillante con tanto di firma griffata è un film che non si pone altra finalità che il divertimento leggero (e il botteghino...) costruito intorno alla passione popolare per il Mahjong, complicato gioco d'azzardo che crea più dipendenza di una droga e al forte legame popolare per la commedia.
Grazie ad una sceneggiatura praticamente inesistente e ad un cast lasciato con le briglie scioltissime, quasi recitasse su un appena accennato canovaccio, la coppia To-Wai dirige un lavoro a tratti molto divertente, dal ritmo sostenuto in cui la mano dei registi si nota appena, in qualche particolare fondamentalmente, popolato da una lunga serie di personaggi più simili a macchiette che si affannano intorno ad un tavolo da gioco.

La famiglia di Andy è indossolubilmente legata al gioco: è stato disgrazia per alcuni, fortuna per altri ed è l'unica cura per la mamma affetta da Alzheimer (personaggio strepitoso); Andy è un portento in questo gioco  e tutta la sua vita è sottomessa alla sua passione; il fratello lo detesta invece e sarà la sua rovina, intorno a loro ruotano la figura di Gigi, perenne fidanzata di Andy e perenne perdente al gioco; dall'altra parte eterno rivale ed alter ego di Andy c'è Lau , parodia rapper  che aspira a scalzare Andy dal trono, nel corso di lunghe e combattute partite fino all'epilogo, che in perfetto stile da commedia popolare di inizio anno, pone il sigillo sulla storia con una bella dose di ironia, visto che la scena finale è una chiarissima citazione di Once upon a time in China di Tsui Hark.
E questa non è l'unica citazione, tra il divertito e l'ironico, del film: la musica di Moricone che fa da sottofondo alle partite di Mahjong in cui agli occhi di ghiaccio di Clint Eastwood si sostituiscono lo sguardo magnetico di Andy Lau e la faccia da schiaffi di Lau Ching-wan, va a sottolineare la metafora del duello che per una volta nei film di To non è a base di colpi di pistola ma a colpi di tessere di Mahjong.
Quello che emerge è un clima di divertimento diffuso da parte degli attori nel mettere in scena la storia ( e anche da parte dei registi) che unito allo spirito anarcoide, eccessivo, soprattutto nella carrellata dei personaggi , taluni veramente esilaranti e ben riusciti, contribuisce alla costruzione di una pellicola scoppiettante, pur nei suoi limiti riguardo a tematiche e a sceneggiatura, che ragala novanta minuti divertenti.
Johnnie to e Wai Ka-fai lasciano totale libertà espressiva ad alcuni dei loro attori preferiti che mettono in scena una recitazione vallida, ben sapendo che il successo di questi film risiede proprio nelle prove degli interpreti: a parte Andy Lau sempre bravissimo, Lau Ching-wan e Gigi Leung si sollevano di una spanna su tutti: eccezionale lui nella sua camminata e nell'abbigliamento da rapper un po' sfigato e bambacione, bravissima lei nella parte della fidanzata di Andy, che pur di stargli sempre addosso passa dalla divisa da poliziotta a quella di esattore delle tasse , fino a conturbante tettona siliconata (previa truffa ovviamente): è proprio questa carrellata di umanità, vista con molta leggerezza e ironia, l'elemento del film che più piace e che da interesse alla pellicola.

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