Malick quaranta anni fa
L'uscita di ogni nuovo film di Terrence Malick è ormai considerato un evento, tanto rare sono le sue opere distribuite su quasi 40 anni di attività che ha prodotto cinque lungometraggi, motivo per cui nell'attesa di assistere alla sua ultima opera, presentata a Cannes, un tuffo a ritroso alle origini della sua filmografia con la rivisitazione della sua opera d'esordio può essere un modo valido di avvicinarsi a The tree of life.
Badlands, sciaguratamente reso nel titolo italiano con "La rabbia giovane", è probabilmente il film di Malick più bello e più completo, in cui la visone del regista è meglio resa e la sua concezione cinematografica si esprime al meglio, senza quelle forzature che , a volte, nei lavori seguenti si sono fatte strada.
E' una opera che rivista dopo molti anni, assume un carattere quasi profetico riguardo alla crisi del modello di vita amiericano che tanto ha ispirato molti registi negli ultimi anni.
Quello che può apparire come un racconto di formazione, con i due giovani Holly e Kit, lanciati nelle sterminate praterie alla ricerca della frontiera delle proprie esistenze, è in effetti una lucidissima e asettica descrizione di una crisi generazionale maturata in un ambiente in cui non c'è posto per il sentimento e per le emozioni, ma solo per una apatica resistenza alla vita: una America provinciale, buia, grigia tutta asserragliata nelle piccole citta del Sud Dakota e del Montana circondate da spazi infiniti tutti uguali, in cui solo un rilievo montuoso in lontananza può apparire come una meta agognata.
Quello che può apparire come un racconto di formazione, con i due giovani Holly e Kit, lanciati nelle sterminate praterie alla ricerca della frontiera delle proprie esistenze, è in effetti una lucidissima e asettica descrizione di una crisi generazionale maturata in un ambiente in cui non c'è posto per il sentimento e per le emozioni, ma solo per una apatica resistenza alla vita: una America provinciale, buia, grigia tutta asserragliata nelle piccole citta del Sud Dakota e del Montana circondate da spazi infiniti tutti uguali, in cui solo un rilievo montuoso in lontananza può apparire come una meta agognata.
I due giovani vivono nel loro spazio-tempo privi di qualunque spinta vitale; quello che accade, omicidi compresi, sono momenti vissuti come irrinunciabili, come appuntamenti con un fato che ha già tracciato la strada; non c'è minimamente traccia della rabbia cui inopinatamente fa riferimento il titolo italiano e se anche Kit sembra atteggiarsi a clone di James Dean, nel suo muoversi non c'è nulla che faccia pensare alla forza della ribellione, bensì , caso mai, alla accettazione di un destino ineluttabile.
Sono le contraddizioni dell'America quello che Malick ha sempre raccontato, partendo da qui, dove l'individuo, di fronte alla freddezza e all'abbandono dell'ambiente, reagisce con totale anaffettività, dove la morte del proprio cane o del proprio genitore fanno parte di un disegno più ampio di violenza e di grigiore, accentuato ancora di più dalla scelta della voce off (peculiarità che accompagnerà tutti i lavori di Malick) con cui Holly racconta gli eventi quasi fossero delle banali cronache quotidiane.
Il film ,anche grazie ad una regia che taglia come un bisturi affilato, nonostante il giudizio non particolarmente positivo che ricevette all'epoca proprio perchè probabilmente ritenuto il solito lavoro a metà tra Peckinpah e il road movie , è assolutamente tra quelli da tramandare ai posteri , concentrato di originalità e di forza narrativa.
Sono le contraddizioni dell'America quello che Malick ha sempre raccontato, partendo da qui, dove l'individuo, di fronte alla freddezza e all'abbandono dell'ambiente, reagisce con totale anaffettività, dove la morte del proprio cane o del proprio genitore fanno parte di un disegno più ampio di violenza e di grigiore, accentuato ancora di più dalla scelta della voce off (peculiarità che accompagnerà tutti i lavori di Malick) con cui Holly racconta gli eventi quasi fossero delle banali cronache quotidiane.
Il film ,anche grazie ad una regia che taglia come un bisturi affilato, nonostante il giudizio non particolarmente positivo che ricevette all'epoca proprio perchè probabilmente ritenuto il solito lavoro a metà tra Peckinpah e il road movie , è assolutamente tra quelli da tramandare ai posteri , concentrato di originalità e di forza narrativa.
io con malick sono partito dai giorni del cielo, questo ancora mi manca...
RispondiEliminaGrandissimo film. Adoro Malick e non vedo l'ora di vedere The tree of life. Di suo mi manca solo The New World, ma recupererò non appena possibile.
RispondiEliminaHo visto solo "I giorni del cielo" di Malick, una fotografia incredibile, un ritmo lento ma funzionale, una storia intensa, senza buonismi o forzature. Bello.
RispondiEliminaSpero di vedere questo vincitore a Cannes, e di recuperare assolutamente La sottile linea rossa...
Dovresti vedere, se posso permettermi Bruno, anche Badlands, altro grande film di Malick.
RispondiEliminaScusate il ritardo nelle risposte, ogni tanto i casi della vita portano lontano :)
RispondiEliminaTra quelli visti di Malick questo è tra i più belli, concordo con Alessandra; La sottile linea rossa onestamente non mi entusiasmò molto. Spero di vedere al più presto il vincitore di Cannes,
anche io, come Marco, ho cominciato dal film di Mallick successivo, comunque al più presto dovrò recuperare assolutamente...e ancora mi manca l'albero della vita!
RispondiEliminaBeh sì Monsier , questo va visto assolutamente :)
RispondiEliminarecuperato!
RispondiEliminache dire? quando parli di film profetico hai azzeccato in pieno: malick descrive una gioventù senza speranze, senza sogni (a parte quello di imitare le star del cinema), che non dà valore a nulla, compresa la vita umana (da cui la follia omicida del protagonista). Un grande film, anche se forse I giorni del cielo (che ho rivisto ieri e che recensirò più in là) gli è addirittura superiore.
A me onestamente è piaciuto più questo di I giorni del cielo: qui c'è Cinema puro, dal seguente in poi Malick inizia una lenta contaminazione con tematiche spesso ostiche che rende le sue opere sempre meno snelle e fluide.
RispondiEliminaUn bomba. Asciutto e potentissimo.
RispondiEliminaEsatto, tutto ciò che è andato in parte perdendo col tempo e negli altri lavori.
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