domenica 21 agosto 2011

A Chinese fairy tale [ aka A Chinese ghost story ] ( Wilson Yip , 2011 )

Giudizio: 6/10
L'impossibile amore tra demoni e uomini

La cosa più bella del film sta nel sentito tributo alla memoria di Leslie Cheung che compare all'inizio dei titoli di coda, volendo con ciò omaggiare il grande attore protagonista del film-capolavoro del 1987 di Ching Siu-tung e creare un legame ideale con quell'opera, di cui A Chinese fairy tale è di fatto un remake, pur non essendone una copia carbone pedissequa.
E' inevitabile guardando questo lavoro di Wilson Yip tornare con la memoria al film originale che ovviamente rimane nettamente al di sopra di questo remake, soprattutto laddove manca il carisma magnetico dei due grandi attori protagonisti.
La storia ricalca in grande linee quella già raccontata e ispirata ad una novella cinese del XVI secolo, in cui si racconta l'amore impossibile tra una giovane demone e un ragazzotto giunto quasi per sbaglio nel cuore del potere demoniaco, concentrato nell'albero secolare che racchiude lo spirito malvagio del demone capo ( una bravissima Kara Hui) dai lunghi capelli usati come armi mortali.

Questo amore impossibile, come spesso viene ribadito nel film, è il ripetersi di una medesima situazione in cui venne coinvolto il cacciatore di demoni Yan (uno strepitoso Louis Koo), anche lui innamoratosi del medesimo spirito malvagio e di cui serba un doloroso ricordo incancellabile.
Riflessioni sul destino dell'uomo e sull'essenza dei fantasmi, impossibilità a far deviare il corso del destino, venature melodrammatiche che raggiungono nel drammatico finale l'acme si immergono in una atmosfera da fantasy (fin troppo accentuata a dire il vero) in cui trovano spazio effetti speciali ben costruiti ma che inevitabilmente tolgono genuinità al racconto che da parte sua si guarda spesso alle spalle verso l'illustre predecessore con atteggiamento quasi nostalgico.
La stessa storia d'amore tra i due giovani protagonisti, francamente troppo acerbi e spesso a disagio nel ruolo, non spicca mai il volo verso quella epicità propria del racconto, delegando invece tutta la forza del sentimento nella figura di Yan che di fatto quasi da sola sostiene tutta la messa in scena.
La regia di Wilson Yip è tecnicamente inappuntabile ma manca di quell'afflato sentimentale e doloroso che accompagna una storia d'amore travagliata ed impossibile ( e lo sappiamo bene sin dall'inizio).
Il film nel complesso si lascia vedere piacevolmente ma presenta troppa buchi neri per poter anche solo avvicinare il lavoro di Ching Siu-tang, cosa che probabilmente lo stesso regista ha evitato con cura, rivolgendo lo sguardo maggiormente a quell'epica fantasy che tanto piace a Tsui Hark riuscendo però solo parzialmente nell'intento.
Probabilmente con due attori protagonisti un po' più navigati e adatti il lavoro nel complesso sarebbe stato più apprezzabile e per fortuna che Louis Koo sforna una delle più belle prove degli ultimi anni e che i protagonisti di contorno ben sostengono i loro ruoli; rimpiangere la figura di Leslie Cheung non sarà mai fatica sprecata e questo film aiuta non poco nell'impresa.

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