sabato 20 agosto 2011

The deadly breaking sword ( Chung Sun , 1979 )

Giudizio: 8,5/10
Lo spadaccino con la bara

Lavoro col tipico stampo della Shaw Brothers , The deadly breaking sword possiede il pregio di sapere integrare in maniera apprezzabile un insieme di generi, miscelati con grande bravura dal regista Chung Sun: il wuxia classico scivola nel film di kung fu, nella commedia brillante, nel dramma , qua e là si affacciano momenti in cui l'influsso del western si tocca con mano, rendendo forse il lavoro atipico, soprattutto per i puristi, ma conferendogli un valore assoluto , specialmente se visto come coacervo di stili e di generi tipici degli anni 70 nella cinematografia di Hong Kong,
Il film si apre con un duello notturno, alla presenza di una bara e di un cavallo tra  Master Tuan , alias Deadly Breaking Sword e Master Lian, alias Throat-Piercing Halberd, prototipi di artisti marziali che usano la spada come fosse un fruscello; Tuan ha l'arrogante abitudine , una volta sfidati a duello gli avversari, di presentarsi alla tenzone con la bara già pronta, confidando sulla micidiale forza della sua spada che trafigge e lascia conficcata nel corpo del nemico una scheggia di metallo.
L'antefatto ci fa subito capire che tipo di storia ci viene raccontata: nel villaggio in cui Lian giunge ferito gravemente e dove riceverà le cure di Doctor Guo, entrano in scena altri personaggi; il ladruncolo spavaldo abile col coltello e con le arti marziali che impegna se stesso nel gioco d'azzardo, la proprietaria della sala da gioco segretamente innamorata di lui, una lunga schiera di prostitute che viene nobilitata dall'arrivo dell'affascinante e misteriosa Liu, un mistero da svelare, un infame tradimento e una vendetta da portare a termine.
Intorno a questo plot che via via si ingarbuglia si svolgono combattimenti ( di kung fu e con la spada) splendidamente coreografati da Tang Chia, si apprezza la bravura buffonesca oltre che tecnica di Alexander Fu Sheng, si delinea una figura di Maestro in arti marziali austera, raffinata che si copre di solitaria alterigia in sella al suo cavallo, nobilitata dalla interpretazione di un bravissimo Ti Lung che pare volere richiamare ad ogni sua apparizione qualche eroe proveniente dai deserti del western, e l'epilogo che si consuma in un combattimento ricco di pathos è una delle pagine più belle del film d'azione Hkese.
La regia di Chung Sun, pur non eccedendo mai, è sfavillante, capace di far sorridere ed un minuto dopo appassionare, grazie ad un racconto che armonizza efficacemente tutte le anime che vi pulsano dentro.
Come detto, assolutamente da sottolineare la bravura dei due interpreti principali: la loro fisicità è dirompente e costituisce uno degli aspetti più belli del lavoro: Ti Lung, il cui volto e la cui figura si cuciono alla perfezione nel ruolo del formidabile spadaccino raffinato e Alexander Fu Sheng, che oltre alla immensa bravura tecnica da sfoggio di quella sua irridente comicità espressa nel volto e nei movimenti che sarà poi il marchio di fabbrica elevato alla ennesima potenza del grande Jackie Chan.

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