Giudizio: 7/10
Il puzzle senza una tessera
Anche l'opera seconda di Tom Lin conferma una volta in più il buon momento del cinema di Taiwan che ormai da almeno 3 o 4 anni offre lavori interessanti e ben diretti.
Starry Starry Night è una storia piccola, che però sa offrire un ampio respiro e una veduta dilatata sul mondo dell'adolescenza, affidandosi anche a toni fiabeschi, quasi da fantasy, ben incastonati all'interno del racconto.
Mei è una tredicenne che per alcuni anni ha vissuto col nonno immersa nella natura delle montagne, ora vive coi genitori in città soffrendo un perenne disagio di ambientamento, inoltre la famiglia è percorsa dalle tensioni tra una madre insoddisfatta e frustata nelle sue aspirazioni artistiche che riempie casa di puzzle che raffigurano pitture di grandi artisti e un padre che cerca di svolgere il suo compito di capofamiglia senza slancio e con grigiore.
Unico amico della ragazzina è Jay un coetaneo che in quanto a famiglia sta molto peggio di lei: genitori separati a causa del carattere violento del padre che li rincorre ovunque.
La simbiosi tra i due sgorga spontanea sia a scuola che fuori, entrambi fatti oggetto di vessazioni da parte di coetanei bulletti.
Quando Mei apprende che la separazione dei genitori è alle porte , decide di intraprendere una fuga tra le montagne con l'inseparabile amico: si confesseranno le loro storie , le loro paure, sboccia un accenno di innamoramento, affideranno alle stelle i loro destini e al ritorno dalla scappatella le vie si separeranno.
Finale sorprendente gettato nel tempo alcuni anni dopo a Parigi, in cui quelli che erano ricordi si materializzano e regalano sorrisi e lacrime.
Tutto il film è percorso da una soavità rassicurante, anche dove va ad indagare sui malesseri degli adolescenti, il cui grido di aiuto risiede nella richiesta di potere vivere la loro età e i loro sogni nonostante tutto; di tanto in tanto si popola di personaggi fantastici (elefanti di legno che camminano, figure animali di carta che percorrono la strada in una delle scene più belle del film), insiste molto sulla tematica dei figli abbandonati a se stessi da una famiglia che si disgrega, traccia una via formativa per i due giovani protagonisti che costituirà una miniera nascosti di ricordi che nell'epilogo all'improvviso svelerà tutte le sue ricchezze.
Pur nell'ambito di una ingenuità di sentimenti, la storia è comunque sentita e sincera e scorre senza mai perdere quel filo emotivo che la tiene in piedi, ben sorretta dai due giovani attori Xu Jiao e Lin Hiu-min, lasciando sempre in sospeso, proprio come il puzzle di Mei e quelli della scena finale, il tono della narrazione.
Tom Lin cura molto le ambientazioni, spesso indugiando in situazioni che sembrano quasi oniriche, costruisce belle immagini sia di stampo cittadino che campagnole ed ha l'indubbio pregio di raccontare una storia di adolescenti senza cadere nelle solite stucchevoli ed ipocrite situazioni che tante volte vediamo in film del genere.
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