lunedì 16 dicembre 2013

Dead Men's Bluff [ aka Zhmurki ] ( Aleksei Balabanov , 2005 )

Giudizio: 8/10
Prima erano gangster gaglioffi poi oligarchi

All'inizio è una sintetica, brillante e pragmatica lezione economica, alla fine è il risultato di un processo quasi spontaneo, una specie di selezione naturale, nel mezzo quasi una descrizione di un modello economico, forse non particolarmente nuovo, che ha fatto della Russia un paese capitalista a tutti gli effetti.
Questo è il film di Aleksei Balabanov Zhmurki, black comedy demenziale con involontari momenti a metà strada tra Tarantino e i Fratelli Coen: una storia esile che si snoda intorno a una valigetta scambiata e rubata che funge da pretesto per mettere in piedi il teatrino del potere mafioso prima e degli oligarchi poi.
"All'inizio serve un capitale di partenza, quello è il problema, perchè poi tutto può accadere", queste le parole dell'insegnante in classe che fa riferimento proprio alla Russia degli anni 90 come modello della sua teoria.
Basta avere i soldi per partire, poi non serve nè etica nè morale, tanto meno serve la legge, perchè nella Russia di quegli anni la cosa più semplice è farsi strada a colpi di pistole.

Ma Balabanov  che oltre che geniale sa essere anche furbo, si guarda bene dal teorizzare su mondi buoni e cattivi, lui, come sempre, segue la sua idea di rappresentazione della realtà e con un sarcasmo politico sconfinato riempie il suo racconto di pacchiani mafiosi in giacche dai colori improbabili, dita con pletore di anelli appariscenti, collane d'oro, tute mimetiche, gaglioffi che sembrano parlare come i gangster anni venti americani, insulti razzisti al malcapitato "negro" che però ci tiene a fare sapere che lui è russo, scene splatter che più che altro fanno ridere, battute da b-movie e immancabili poliziotti corrotti; il teatrino della Russia anni 90 in cui i piccoli gangster studiano per diventare oligarchi è nelle mani di Balabanov un trionfo di figure comiche, grottesche, pupazzi in un magma dove c'è spazio per tutto tranne che per la legge e la giustizia.
Il potere del denaro e il materialismo corrode tutti, anche chi si segna con la croce ogni volta che passa davanti ad una chiesa e la via russa al capitalismo si evolve fino a raggiungere gli uffici con splendida vista sulla Piazza Rossa.
Zhmurki è lavoro che diverte nella sua assurdità, ma lascia anche di stucco pensando che al di là della ovvia finzione cinematografica, le cose sono veramente andate più o meno così.
E non si scambi questa visione per populismo selvaggio al grido "il più pulito ha la rogna" , perchè Balabanov fa del rigoroso rispetto della realtà il suo cardine narrativo: lui riempe di colori , di vivacità, di divertissment una realtà fangosa e maleodorante, aprendo una via nuova  in una cinematografia come quella russa che ha sempre avuto le stigmate della eccessiva seriosità ed autorialità anche in presenza di grandi cineasti; la lezione di Balabanov sul modello russo capitalista rimane una delle più violentemente sarcastiche satire politiche mai viste sul grande schermo.

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