In una tranquilla località di campagna vive la su esistenza un serial killer che tiene sopito il suo istinto omicida scatenato alcuni anni prima dal tradimento della moglie beccata in flagrante e trafitta, insieme all'amante da una sfilza di coltellate; da allora l'uomo vive in uno stato catalettico che quando si dilegua fa venire a galla la sua ossessione omicida.
Nella fattoria nella quale alleva cani vive col figlio adolescente, ignaro della reale fine della madre, che si prende cura con affetto del padre ma che appare subito come un disadattato con i coetanei, da cui è fatto oggetto di atti di bullismo a fronte di una spiccata sensibilità artistica e di un animo gentile.
Quando a scuola arriva un'altra ragazzina figlia di un disastro famigliare che ha lasciato una madre alcolizzata e un padre totalmente assente, il connubio tra i due ragazzini, risultato di drammatici fallimenti famigliari, è spontaneo seppur inizialmente difficoltoso.
Ma il problema peggiore è che la ragazzina ha impresso nella memoria il volto del padre del suo amichetto: l'istinto omicida represso e sepolto con tanta difficoltà si riaffaccia e con esso una inevitabile resa dei conti padre-figlio.
Opera prima del regista e sceneggiatore coreano Lee Ki-wook, Murderer regala subito una sorpresa: la proverbiale e atavica prolissità che contraddistingue una larga fetta del cinema coreano è spazzata via con un lavoro della durata di soli 75 minuti in cui il regista , un po' alla rinfusa, per la verità, infila dentro, comprimendoli, numerosi temi cari alla cinematografia del suo paese ( il thriller di stampo truculento, la situazione giovanile, il destino dei perdenti ) che regalano come risultato un film sporco, cupo, popolato da personaggi segnati a sangue, un piccolo manipolo di losers con scarse possibilità di redenzione.
Proprio questo dibattersi in atmosfere oscure e limacciose risulta essere il pregio maggiore del film almeno fino a quando non sembra affiorare un certo compiacimento che unito ad una immotivata fretta narrativa fa sì che Murderer nel finale perda una apprezzabile quota di smalto.
Come esordio comunque il film non è da disprezzare anche perchè è prepotentemente nobilitato dalle prove del sempre più convincente villain del cinema coreano Ma Dong-seon e dei due giovani interpreti Ahn Do-guoo e Kim Hyeon-soo
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