giovedì 24 gennaio 2019

And Breathe Normally ( Isold Uggadottir , 2018 )




And Breathe Normally (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10

Il cielo livido , il vento sferzante , gli scrosci di pioggia e dei quartieri che sembrano costruiti con i mattoncini della Lego fanno da sfondo alla storia di immigrazione e di emarginazione ambientata in quel lembo estremo e periferico dell'Europa che è l'Islanda.
E' qui infatti che vive la protagonista Lara, una ragazza madre con un passato difficile e con un presente altrettanto disagiato in compagnia del figlioletto in tenera età che di fatto non ha un padre.
La donna viene assunta in prova dalla polizia di frontiera e inviata a lavorare nell'aeroporto internazionale di Keflavik, dove proprio grazie al suo zelo, viene fermata una giovane donna, Adja, che si spaccia per francese ma in effetti è una immigrata irregolare dal Burkina Faso.
La strade delle due donne da quel momento diventano dapprima impercettibilmente ma poi sempre più intimamente intrecciate, in una lotta per la sopravvivenza e per la liberazione da una emarginazione che , alla fine , ha molti punti in comune tra le due.


I gesti di solidarietà che porteranno le due donne a diventare complici e sempre più intime sono la risposta alla fredda burocrazia che governa le questioni della immigrazione e alla difficoltà da parte di Lara di riuscire a calarsi nella realtà delle convenzioni sociali; l'emarginazione non è solo quella della dell'immigrata e della precaria, ma anche quella della donna e delle sue preferenze sessuali.
Il finale apre alla speranza, alla possibilità che la solidarietà sia qualcosa che vada oltre le semplici, e spesso ipocrite , parole.
La pellicola della regista islandese Isold Uggadottir che ha avuto il suo battesimo al Sundance di un anno orsono, è una misurata e attenta descrizione di una realtà che in Islanda ha certamente connotanti ben diversi da quelli che si manifestano nei paesi mediterranei dove le rotte della immigrazione hanno i loro punti di partenza e di attracco.

Sta di fatto che proprio l'equilibrio con cui la regista affronta la tematica, la scelta di concentrarsi su una storia molto intima e di connotare gli eventi all'interno di un paesaggio molto particolare che fa dei suoni e dei colori della natura il suo punto di forza, è l'aspetto che maggiormente dà l'impronta al film.
In effetti And Breathe Normally potrebbe quasi stonare ai nostri occhi per la sua assenza di pathos e di una certa isteria con la quale il tema dell'immigrazione viene trattato invece nel nostro cinema, anche e soprattutto a causa delle dimensioni del fenomeno, laddove invece la regista cerca sempre di mantenere i toni del racconto misurati ed equilibrati, privilegiando lo sguardo sul rapporto tra Lara e Adja, due donne che , nel complesso hanno molti più punti in comune di quanto possa sembrare: l'aiuto reciproco, decisivo, che le due donne si offrono è al contempo un atto di generosità ma anche di liberazione ed espiazione che accomuna il percorso interiore delle due donne.
Affermare che And Breathe Normally sia un grande film sarebbe sicuramente azzardato, ma l'onestà e le scelte narrative di cui abbiamo parlato regalano al film una bella atmosfera che ben si costruisce intorno alla storia.
Kristin þora Haraldsdottir è brava nel dare il volto sofferente e scavato di Lara, una donna quasi sopraffatta dalla vita che trova solo nel figlioletto una ragione per tirare avanti mentre Babetida Sadjo è convincente nel ruolo di Adja, una donna cui gli eventi hanno invece strappato i suoi affetti più cari.




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