giovedì 27 febbraio 2025

Conclave ( Edward Berger , 2024 )

 




Conclave (2024) on IMDb
Giudizio: 5/10

Conclave di Edward Berger, incredibilmente selezionato nella categoria miglior film per la serata degli Oscar, si propone di immergere lo spettatore nei meandri segreti del Vaticano, raccontando l'intricato processo di elezione di un nuovo Papa. 
Diretto con ambizioni di thriller politico e morale, il film parte da un'idea potenzialmente interessante: rivelare le tensioni, i giochi di potere e le lotte ideologiche all'interno della Chiesa cattolica, attraverso il punto di vista del cardinale decano Thomas Lawrence, incaricato di supervisionare, il Conclave dopo la morte improvvisa di Papa Gregorio XVII. Tuttavia, se la prima parte del film riesce a costruire un’atmosfera carica di mistero e tensione, lo sviluppo successivo tradisce le premesse iniziali con una narrazione fiacca, stereotipata e priva di mordente.
La prima metà del film è senza dubbio la più riuscita. L’ambientazione solenne e austera del Vaticano è resa con grande cura visiva: i chiostri ombrosi, le stanze affrescate, la residenza di Santa Marta e la Cappella Sistina  contribuiscono a creare un’atmosfera di sospensione, quasi fuori dal tempo. 
In questa cornice, il film gioca bene le sue carte iniziali: intrighi sotterranei, votazioni incerte, conversazioni cariche di tensione morale e politica. I candidati al soglio pontificio incarnano diverse correnti della Chiesa: il liberale Aldo Bellini, il conservatore Joshua Adeyemi, il tradizionalista Joseph Tremblay e l’ultra-tradizionalista Goffredo Tedesco. 
Questa diversità offre uno spunto di riflessione interessante sui contrasti interni alla Chiesa e sulle direzioni che essa potrebbe intraprendere nel futuro.
In questa fase iniziale, il film riesce a costruire una tensione palpabile, giocando con il dubbio e l’incertezza morale. Il protagonista, il cardinale Lawrence, appare come una figura razionale e riflessiva, il cui compito non è solo quello di gestire il Conclave, ma anche di comprendere quali siano le vere intenzioni dei candidati e chi tra loro sia il più degno di guidare la Chiesa. 



Questo substrato morale, che sfida le certezze dogmatiche dei cardinali e li costringe a confrontarsi con le proprie ambizioni personali, è il punto più interessante del film. Peccato che questa tensione si disperda rapidamente nella seconda parte.
Se la prima parte funziona nel creare aspettative e nel delineare un intrigo avvincente, il resto del film spreca progressivamente ogni elemento di interesse scivolando in un finale quasi grottesco e quanto mai irreale che ha anche la pretesa di veicolare uno stantio e dozzinale messaggio. 
La narrazione si appiattisce in un procedere prevedibile, fatto di rivelazioni telefonate e personaggi che si riducono a semplici stereotipi. I cardinali, inizialmente introdotti con sfumature psicologiche interessanti, diventano presto delle caricature: il liberale idealista, il conservatore rigido, il tradizionalista oscuro, senza mai approfondire realmente il loro conflitto interiore o le loro reali motivazioni.
La tensione che il film aveva saputo costruire viene dissipata in una serie di colpi di scena che risultano forzati e poco credibili, fino alla comparsa , autentico deus ex-machina di un cardinale di cui nessuno conosceva l’esistenza giunto a bussare alla porta del Conclave.
Le dinamiche del voto, che avrebbero potuto essere il cuore pulsante della narrazione, si rivelano meccaniche e ripetitive, senza la suspense che ci si aspetterebbe da un thriller politico ben costruito. I dialoghi, invece di approfondire la complessità del dilemma morale alla base della scelta del nuovo Papa, spesso scadono in una retorica pomposa e priva di incisività.
Dal punto di vista visivo, il film mantiene una certa eleganza formale: la fotografia sfrutta con intelligenza la luce naturale e i toni caldi delle candele per creare un effetto pittorico che richiama i grandi maestri dell’arte sacra. Tuttavia, questa raffinatezza estetica non basta a compensare la mancanza di una vera tensione narrativa e rimane quasi un esercizio stilistico fine a se stesso.. La regia, pur curata, rimane scolastica e priva di guizzi creativi, limitandosi a un’estetica pulita e rigorosa, ma senza la profondità necessaria a rendere realmente coinvolgente la vicenda.
Anche la colonna sonora, seppur suggestiva, viene usata in modo troppo didascalico, sottolineando eccessivamente i momenti di tensione anziché lasciare che le immagini e i silenzi parlino da soli. Questo eccesso di sottolineatura emotiva finisce per appesantire il film e renderlo meno efficace nel trasmettere un senso di mistero e incertezza.
Conclave parte con un’idea potenzialmente affascinante e per un po’ riesce a intrattenere lo spettatore con una struttura da thriller morale, ma si perde rapidamente in una narrazione che non sa come gestire il suo stesso potenziale. 
L’incapacità di sviluppare personaggi complessi, la prevedibilità della trama e una certa superficialità nel trattare le dinamiche interne alla Chiesa impediscono al film di emergere davvero. Nonostante una messa in scena elegante e una prima parte intrigante, il film si rivela un’occasione mancata, incapace di mantenere le promesse iniziali e di offrire una riflessione davvero profonda e non scontata e a tratti quasi ridicola sulle lotte di potere e sulle sfide morali della Chiesa contemporanea.
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi