martedì 9 dicembre 2025

One Wacky Summer / 脱缰者也 ( Cao Baoping / 曹保平 , 2025 )

 



IMDB

Giudizio: 6.5/10

One Wacky Summer è quanto di più apparentemente lontano da un regista come Cao Baoping si possa immaginare, una contorsione a 180 gradi: un cineasta tra i più interessanti e a tratti folgoranti dell’ormai ex-nuovo cinema cinese che ha costruito la sua reputazione sul cinema crudo, sul thriller morale e sulla durezza dei rapporti umani ; da film come The Dead EndThe equation of love and death o Cock and Bull  Cao Baoping si lancia in un esperimento di tono e registro: una commedia nera, un “crime-comedy” ( molto più comedy che crime a dire il vero) contaminato da humor provinciale, tutta recitata nel dialetto di Tianjin e un’ironia amara.
La storia si apre sul personaggio di Ma Fei — interpretato da Guo Qilin — un uomo che torna nella sua città natale, Tianjin, dopo anni di lontananza, segnato da fallimenti e mille sogni infranti. 
In un’esistenza che non gli ha riservato granché, Ma Fei si ritrova pure imbrogliato dalla famiglia che lo taglia fuori completamente dal testamento del padre deceduto, una famiglia dove andando oltre all’apparenza si scopre che nessuno è persona né affidabile né tantomeno realizzata: una sorella è sposata con un mezzo scemo, l’altra è la mamma di un simpatico ragazzino e ex sposata con un uomo che però non accetta la fine della relazione, la vecchia matriarca sembra quella più normale seppur abbastanza rimbambita. 
Intenzionato ad avere la sua parte di eredità Ma Fei mette in atto un ridicolo tentativo di rapimento del nipote Li Jiawen , il quale è molto più che contento di farsi portare in giro dallo zio sulla sgargiante auto tamarra. A questo atto — che già nella sua assurdità promette guai — si aggiunge il coinvolgimento di una sorta di gruppo improvvisato: una banda di loschi figuri, amici e conoscenti, un’alleanza improbabile  di disperati che dovrebbero aiutare Ma Fei nella sua “avventura”.
Da qui parte un crescendo di caos: la fuga si trasforma in un viaggio sgangherato, in una serie di equivoci, festini improvvisati, tradimenti e situazioni borderline . Si aggiungono alla mischia altri gruppi : la famiglia preoccupata che nel frattempo ha ricevuto la richiesta di riscatto  che si mette sulle tracce dei fuggiaschi, cugini, prestatori di denaro, criminali improvvisati e malavitosi pericolosi, ciascuno con i propri interessi, paure e debolezze. 



Le tensioni emergono, le bugie si moltiplicano, la “corsa” per salvarsi o per sfruttare la situazione prende il sopravvento. Ci sono momenti di comicità grottesca, altri di tensione reale, così come lampi di violenza e cinismo che squarciano la patina scherzosa, senza mai raggiungere livelli di violenza intollerabile o fuori luogo, anzi il tono dominante rimane quello da dark comedy un po’ sullo stile di Ning Hao.
Più che una fuga, diventa un viaggio su un carro impazzito, con i personaggi come passeggeri imprevedibili, tutti in bilico tra il ridicolo e la disperazione: Ma Fei, con la sua aria da bambinone, cerca giustizia e denaro  per se stesso e al tempo stesso deve comunque proteggere il ragazzino che è molto più che un semplice ostaggio ; il ragazzo, al quale Ma Fei cerca di dare un ruolo quasi da “complice adolescente”, oscillando tra fiducia e diffidenza; gli sgangherati loschi figuri e complici soggetti spregiudicati, ma anche fragili, che cercano una via d’uscita; e la famiglia, che rappresenta le radici da cui si è fuggiti ma anche la responsabilità morale.
Il film fa ampio uso del dialetto di Tianjin, non solo come colore locale, ma come elemento di identità e di comicità: i modi di dire, i tic verbali, le battute, le intonazioni , tutto contribuisce a creare un’atmosfera di “realismo popolare”, come se si guardasse una commedia di provincia, fatta di persone concrete, di battute dure, di sogni modesti e di fallimenti. 
Cao Baoping qui gioca volutamente con le aspettative: quelli che nei suoi film precedenti erano criminali incalliti, detective spietati, drammi morali, diventano qui figure paradossali, buffe, vulnerabili; ma non per questo innocue. La “criminalità” non è cinica propaganda: è disperazione, è bisogno di sopravvivere, è desiderio di riscatto. E l’ironia , spesso crudele , è un modo per tenere insieme la dignità e la vergogna, la rabbia e la tenerezza.
Dietro la leggerezza apparente, One Wacky Summer conserva parecchia della sensibilità di Cao Baoping per le debolezze umane, per le relazioni familiari compromesse, per i sogni infranti. Ma sceglie di raccontarle in modo diverso: non come tragedia, ma come farsa tragica; non come condanna, ma come specchio impietoso che ride e fa male allo stesso tempo. 
Alla luce di questa nuova direzione, il film assume il valore di un esperimento estetico e narrativo: un regista di “peso”, consapevole del proprio stile, che decide di metterlo in discussione, di usarlo per un genere diverso, e di giocare con la propria reputazione. Il risultato non è sempre limpido , a tratti l’equilibrio tra commedia e tragedia vacilla , in altri sembra perdere un po' la bussola narrativa ma è sincero e soprattutto va riconosciuto che il regista stesso ammette di aver voluto fare un film leggero, lontano dalle atmosfere cupe  che regnano nei suoi lavori precedenti.
In definitiva, On Wacky Summer è una “commedia nera di provincia”, un’opera che mescola humor, disperazione, dialetto, criminalità di serie B e relazioni spezzate. È un film che non si prende troppo sul serio, ma che , come i migliori racconti di vita vissuta , non lascia scampo all’empatia. 
E per chi conosce il cinema di Cao Baoping, troverà comunque qualcosa che rende il film riconoscibile magari solo a sprazzi, perché in definitiva Cao in questa pellicola sembra semplicemente aver mutato il suo modo di osservare la Cina, partendo dagli anni 90 quando il poderoso processo di sviluppo era appena iniziato, utilizzando una operazione che sa tanto di nostalgia sebbene il caos, la disperazione , la lotta per emergere  sono gli stessi dei suoi lavori precedente che hanno fatto di lui un regista tra i più apprezzati.

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