mercoledì 4 maggio 2011

The seaside motel ( Moriya Kentaro , 2010 )

Giudizio: 6.5/10
Il quadro tra i monti


Opera seconda del giapponese Moriya Kentaro, presentato in questi giorni al FEFF di Udine, The seaside motel è lavoro di intrattenimento puro che mostra la pretesa di vestirsi da black commedy e che da esito a giudizi contraddittori ed altalenanti.
Già l'inizio con il quadro che mostra spiagge deserte con le palme a far da sfondo ad una coppia seduta di spalle sulla sabbia, appeso nelle squallide stanza di un improbabile albergo che richiama il mare , ma che in effetti è immerso nelle montagne, ci fa capire che siamo nelle atmosfere di Happiness of the Katakuris o di The quiet family : pia illusione perchè di fatto il regista non ha la forza di incanalare la narrazione su quei binari; li sfiora , fugacemente e volta lo sguardo altrove.

Lo sguardo si posa su quattro camere dello scalcinato motel dove si consumano momenti di vita di persone che sembrano, ognuna a modo loro, uscire da una carrellata di tipi strani e curiosi: un giovane venditore di false creme di bellezza che si imbatte per sbaglio in una prostituta chiamata all'albergo (non da lui), entrambi in fase di critico ripensamento sulla loro esistenza; un coppia di maturi coniugi che cercano con giochetti di ruolo di tenere viva la loro fame sessuale, ma che non trovano di meglio da fare che recarsi a giocare d'azzardo lei (con l'amante) e a chiamare una squillo lui; una coppia di giovani con lui giocatore d'azzardo inseguito dagli scagnozzi yakuza per un debito non pagato ed infine un'altra coppia con lei, oca al punto giusto, che pensa di andare in un lussuoso hotel e lui che da buon cialtrone squattrinato non trova di meglio che portarla nell'infimo motel.
Queste storie si sfiorano e si toccano durante tutto il film, ma il contatto è più nei luoghi e nella loro vicinanza che nel racconto, costruendo un film che offre anche momenti divertenti a buon ritmo, che cerca di mescolare generi diversi e di strappare il sorriso con situazioni paradossali, ma che a ben valutare rimane troppo colpevolmente in bilico, con strizzatine d'occhio a destra e manca, senza risultare mai veramente incisivo.
Manca forse il coraggio al regista di metterla sul piano della vera black comedy, limitandosi in tal senso a un paio di scene da yakuza film e anzi verso il finale , non sapendo più che pesci pigliare, rivolgersi nettamente al drammatico-sentimentale con un finale agrodolce che da anzitutto un senso figurato al quadro che apre il film (e la trovata non è male) ma che impedisce alla pellicola di avere quel giusto gusto sarcastico ed ironico che pure poteva esserci.
Nel complesso film vedibile e anche con un certo divertimento ed interesse, ma la sensazione di avere assistito ad una "occasione persa" è più che tangibile.

2 commenti:

  1. D'accordo con te. Un filmetto anche carino e godibile ma niente di eccezionale. ciao, c

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  2. Sì vero, sufficienza raggiunta, ma si poteva far molto meglio, solo scegliendo da che parte andare a parare.

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