giovedì 8 settembre 2011

Beginning of the great revival ( Han Sanping , Huang Jianxin , 2011 )

Giudizio: 5/10
Il panegirico del Partito Comunista Cinese

Gli stessi autori che furono due anni prima i cantori della nascita della Repubblica Cinese, si cimentano in un lavoro dai toni chiaramente celebrativi sulla nascita del Partito Comunista Cinese, ripercorrendo durante le due ore del film i 10 anni intercorsi tra la caduta dell'impero e la fondazione del Partito che ancora oggi detiene nelle sue mani le redini del potere in Cina.
Il film, annunciato in pompa magna come kolossal da far impallidire persino Hollywood, da questo punto di vista mantiene fedelmente le premesse: tutta la storia è raccontata senza dispendio di mezzi e di immagini spettacolari facendo ricorso non solo ad un numero enorme di comparse, ma attingendo a piene mani allo star system cinese; citare tutti i protagonisti è praticamente impossibile, basti pensare che persino il grande John Woo si ritaglia una piccola parte nel pletorico cast.

Fatte le dovute e necessarie premesse, parlare del film senza lasciar trasparire una profonda delusione è praticamente impossibile, proprio perchè un lavoro con questi intenti chiaramente celebrativi non poteva non degenerare nell'apologia e nell'esegesi, col fondatissimo dubbio, per non dire certezza, che il tutto non sia altro che un lavoro appaltato dalle autorità per celebrare degnamente la ricorrenza e per mantenere ben saldo il ruolo del partito nella società cinese, a maggior ragione in questo periodo di impetuosa affermazione della via cinese al capitalismo.
L'arte piegata alle finalità politiche quindi e il cinema inteso come grandissimo traino popolare per confermare la centralità del partito: le due cose frammiste arrecano un minimo di fastidio, a prescindere dalle tematiche, proprio perchè dimostrano una forza propagandistica di quelle che non si vedevano dai tempi dei film sovietici che cantavano le gesta della Rivoluzione.
Va detto però che un pregio il film ce lo ha: si dichiara subito, lascia intendere immediatamente di che tipo di lavoro si tratta; dove invece non convince per nulla è nel taglio documentaristico infarcito di scene da kolossal e da ricostruzioni storiche faraoniche, in una frettolosa carrellata di eventi e di personaggi (introdotti da tanto di didascalia) che rimane profondamente superficiale tralasciando completamente anche la minima descrizione degli stessi.
I fatti storici narrati molto probabilmente risultano veritieri, così come le situazioni storico-sociali dell'epoca e la passione fervente intrisa di nazionalismo prima e di internazionalismo dopo dei fondatori del partito, ma il tutto passa troppo in superficie, tirando dritto verso un finale in cui le didascalie ci declamano la grandezza e l'importanza del Partito Comunista nella storia e nella crescita della nazione.
Indubbiamente il film avrà toccato le corde emotive di molti cinesi perchè di una storia abbastanza recente e ancora viva tratta e potrà essere un potente mezzo pedagogico per far conoscere alle nuove generazioni l' affascinante e drammatica storia recente cinese; a noi occidentali però il lavoro puzza di propaganda gratuita lontano un miglio: per la nostra cultura un bel documentario sfarzoso sarebbe stato sicuramente più appropriato.

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