Fantasia selvaggia ed estrema
Diciotto anni dopo quello che fu probabilmente il suo primo grande successo, Tsui Hark torna a rivisitare la leggenda dei guerrieri immortali di Zu con un occhio in cui la tecnologia e gli effetti speciali diventano ancora più debordanti della prima opera.
Il film , datato 2001, risente probabilmente dell'intento di costruire una pellicola che fosse più facilmente digeribile al pubblico occidentale, col risultato però di configurarsi come una sorta di flop al botteghino, nonostante le numerose nomination, ma nessun premio, raccolte, soprattutto nel settore tecnico, agli Awards HKesi e il riconoscimento della Società dei critici cinematografici.
L'intento del regista sembra quello di voler stravolgere ogni regole cinematografica di genere e dando vita ad un flusso inarrestabile e tumultuoso di immagini e personaggi fantastici, costruire un fantasy estremo in cui albergano varie tematiche, dalla filosofia buddhista all'amore etereo, dal sacrificio all'onore, dai limiti dell'uomo all'Universo, coagulati intorno ad una storia che risulta quasi impossibile da raccontare se non facendo ricorso ad uno stereotipo , assolutamente calzante però: la lotta tra il bene e il male , tra la luce e l'armonia e le tenebre, materializzati nel regno dei guerrieri immortali gli uni e nel diavolo distruttore gli altri.
Il fluire delle immagini è talmente incalzante che spesso soverchia in maniera inarrestabile la narrazione per cui è facile perdere il filo di un racconto che già di per sè risulta a tratti confuso.
Ma quello che Tsui Hark mette in atto è una sfida estrema con se stesso e con il pubblico fatta di ipertecnologia, ben più , ovviamente, di quanto lo fosse il lavoro del 1983, che diventa frequentemente dominante ed essenza stessa del film.
All'interno del fantasy estremo ritroviamo le immancabili leggende popolari, le arti marziali, le storie epiche degli eroi , disintegrate però a favore di una visionarietà debordante, tendente al barocchismo, popolata di esseri immortali, di spade fiammeggianti lunghe chilometri, di montagne che fluttuano nel cielo, di oceani di sangue rutilante e minaccioso, di esseri informi essenza estrema del male, di amori sottaciuti per secoli, di morti e rinascite, di reincarnazioni, di saggezza buddhista, di fiori cristallizzati e di farfalle infide.
Visto con l'occhio della visionarietà , il film è un trionfo senza regole, in cui tutto viene parcellizzato in favore della fantasia oltre ogni limite; osservato con occhio distaccato e critico l'eccesso di tecnologia fa virare troppo spesso la narrazione verso un puro esercizio di manipolazione delle immagini tendente a stupire per l'eccesso insito in sè.
Questo spostare i limiti ed i confini anche oltre l'eccesso è la grande differenza col primo lavoro, cui , inevitabilmente, bisogna rapportare questo; se quello che si cerca è il trionfo della fantasia e dell'immaginazione oltre la realtà The legend of Zu risulterà un film strabiliante.
A parte Sammo Hung, presente già nel primo lavoro, il cast differisce in tutto: Eking Cheng, Louis Koo, Cecilia Cheung , Kelly Lin e Zhang Ziyi costituiscono la parata di stelle al servizio della fantasia di Tsui Hark.
forse il più grosso problema di hark è stata la virata spettacolare e commerciale, che lo ha portato a realizzare film più pensati per il pubblico (specialmente occidentale) che per altro...questo ne è uno degli esemepi, molto meglio la versione originale!
RispondiEliminaQuanto dici è vero, almeno in parte, nel senso che si verifica solo in certi lavori; però io credo fortemente che il cinema di Tsui Hark sia rimasto fedelmente ancorato alla sua cultura e al suo ideale, forse è il pubblico occidentale che si accosta con animo diverso ai lavori orientali, fermo restando che l'originale di Zu warriors è sicuramente superiore a questo.
RispondiEliminaindubbiamente! cmq ho rivisto zu warriors e anche lì ho notato una verve ironica e scanzonata che non ricordavo...onestamente preferisco l'Hark molto più oscuro e pessimista di The Blade o di A Better tomorrow 3!
RispondiEliminaDetto questo, dell'Hark meno action e comabttimenti cosa mi consigli?
Direi senz'altro Peking Opera Blues, Shanghai Blues, The lovers e tutto sommato anche All about women.
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