martedì 20 maggio 2014

Luxury Car / 江城夏日 ( Wang Chao / 王超 , 2006 )

Giudizio: 8/10

Nel 2006 a Cannes Wang Chao vinse il premio della sezione collaterale Un Certain Regard con Luxury Car terzo capitolo della sua trilogia d'esordio partita con The Orphan of Anyang e dedicata al racconto della emarginazione nella Cina che entra di diritto tra le grandi potenze economiche mondiali.
Come per tutti i suoi lavori, lo sguardo si posa sempre su personaggi ai margini, in lotta per la sopravvivenza ,sopraffatti da un sistema che stritola tutto ciò che incontra sulla sua strada.
In Luxury Car assistiamo alla storia di un vecchio insegnante di campagna che si reca a Wuhan alla ricerca del figlio di cui non ha più notizie da tempo, soprattutto per esaudire il desiderio della moglie malata da tempo di poter rivedere il ragazzo.
In città ad attenderlo c'è la giovane figlia che lavora come escort in un locale e che è legata al proprietario del bar , un uomo dal passato tutt'altro che limpido; nelle ricerche l'uomo viene aiutato con generosità da un poliziotto ormai prossimo alla pensione.

Per il maestro di campagna , che 40 anni prima a Wuhan aveva studiato, prima di essere spedito in campagna dai fermenti della Rivoluzione Culturale, è un viaggio in un presente lontano dalla sua concezione di vita, legata ancora a valori tradizionali; l'uomo capisce tutto, di come la vita della figlia sia ben lungi dall'essere serena e decorosa, di come il paese stia cambiando soprattutto nei grandi agglomerati urbani dove il nuovo avanza ed il vecchio viene spazzato via e dove  quelli che erano gli antichi valori di una società fondamentalmente contadina sono avvelenati dalla impetuosa e irrefrenabile corsa al denaro.
Ben presto si capisce che il ragazzo scomparso potrebbe avere fatto una brutta fine, tutti sanno, ma il pudore e la pietà hanno il sopravvento al punto che l'anziano uomo è ancora convinto che il figlio è andato a cercare fortuna a Shenzhen; anche la resa dei conti finali è una guerra tra morti di fame, dalla quale emerge la tristezza e un forte senso di abbandono e di emarginazione: anche in Luxury Car Wang Chao racconta la sopravvivenza e gli strenui tentativi di rimanere a galla.
Il finale è un ritorno, drammatico e desolato, alla vita contadina, suggellato dal funerale della madre che forse , senza che nessuno glielo abbia detto, ha capito che il suo desiderio rimarrà irrisolto.
L'impronta del regista è chiara, e rimanda al suo lavoro d'esordio mediante il racconto di personaggi che appartengono ad un clichè che si ripete immutabile: la prostituta, il gangster, il poliziotto, il giovane in cerca di fortuna che si muovono in un contesto metropolitano caotico e impersonale.
Soprattutto il personaggio del maestro di campagna, segnato già profondamente nella sua vita personale, ispira profonda simpatia, specialmente per quel suo osservare, non giudicare e capire in silenzio; anche in Luxury Car vincenti non ce ne sono, ci sono invece vari gradi di sconfitta irrimediabile.
Lo stile di Wang Chao rimane rigorosamente legato ad un neorealismo che lascia parlare immagini e suoni e che raramente si intromette nel racconto: la sua trilogia sulla vita nella moderna Cina si chiude con lo stesso colore cupo con il quale era iniziata, confermando in maniera inequivocabile la bravura del regista nel raccontare storie scarne ma che lasciano il segno.

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