mercoledì 7 febbraio 2018

Dunkirk ( Christopher Nolan , 2017 )




Dunkirk (2017) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Tra la fine di maggio e l'inizio di giugno del 1940, quando le sorti della guerra sembravano inesorabilmente pendere verso la vittoria della Germania nazista, si svolse quella che ancora oggi è considerata una delle operazioni militari più stupefacenti: l'evacuazione dell'esercito britannico dalle spiagge di Dunkerque al nord della Francia , ai confini col Belgio, dove l'esercito era ormai intrappolato tra il nemico che aveva pieno possesso dell'entroterra e il mare.
In una settimana circa furono evacuati più di 300 mila militari in rotta e rimpatriati, evento che giocò un ruolo fondamentale nella guerra perchè permise al Regno Unito di potere riutilizzare gli uomini su altri fronti in attesa dell'entrata in guerra di USA e URSS.


Intorno a questa settimana per tanti versi straordinaria Nolan imbastisce il suo racconto bellico con la prospettiva quasi ossessiva che gli è propria che si concentra intorno al Tempo: le due ore del film ci raccontano le dinamiche dell'operazione di evacuazione attraverso la guerra vista dal mare , dall'aria e da terra, tre momenti che relativizzano il tempo : una settimana per gli eventi di terra con i soldati ammassati sulla spiaggia a poche miglia dalla costa britannica che si intravede in lontananza, un giorno per le operazioni di mare attraverso il racconto a bordo di una imbarcazione civile , tra le tante requisite per aiutare la marina nell'evacuazione, un'ora per i piloti della RAF impegnati a difendere la ritirata.
In questa scelta,  pur non raggiungendo la cervellotica seppur affascinante visione di Interstellar e di Inception,  Nolan affronta il tema a lui più caro, quello del rapporto con lo scorrere del tempo, la sua relativizzazione che diventa prospettiva degli eventi.
Nonostante le scene di guerra ci siano e appiano ben costruite grazie anche a trovate tecnologiche nonchè al ricorso di imbarcazioni e aerei d'epoca, l'attenzione del regista si posa soprattutto sul senso di un evento che nasce come una disfatta e che diventa poi un trionfo, l'elegia della sconfitta e della ritirata  in nome di un nazionalismo popolare; una delle scene finali, quella in cui i reduci finalmente tornati in patria vengono accolti in stazione come eroi, quando invece temevano di essere trattati come codardi sconfitti è di certo la più emblematica del film e della tematica che Nolan ha voluto più sviluppare.

Di fatto nei protagonisti c'è ben poco di eroico, ad iniziare dalla prima bellissima scena che si svolge nelle strade della città a ridosso della spiaggia: i soldati di Nolan sono giovani che vogliono scappare dalla morte che li spinge sulle rive dell'oceano, in taluni anzi è fin troppo sviluppato l'istinto di sopravvivenza che li porta anche a gesti inconsulti e carichi di odio.
Semmai gli eroi sono quelli partiti con le barchette della domenica dai porti britannici per attraversare lo stretto braccio di mare che divide Dunkerque dalle coste inglesi e che si riversa sulla spiaggia come uno sciame per caricare quanti più soldati possibili.
Qualche eccesso retorico di troppo non manca e stona ben più di quanto effettivamente possa sembrare, soprattutto in certi dialoghi tra gli ammiragli della marina britannica e in certi atteggiamenti da film hollywoodiano, ma Dunkirk è comunque lavoro di spessore, in cui la forma che deriva da una regia di grande impatto, accompagnata da una eccellente fotografia fungono da involucro di grande qualità.
I tre piani temporali in cui Dunkirk si costruisce consentono al film di mantenere sempre il giusto livello di interesse: l'incrociarsi degli eventi visti dal mare, dalla terra e dal cielo, creano una circolarità narrativa che si svolge continuamente intorno al trascorrere del tempo; le prospettive cambiano, l'imminenza del dramma si concretizza e svanisce repentinamente al mutare della scena, la tangibilità del tempo si modifica, dilatandosi e accorciandosi in un continuo movimento a fisarmonica che regala al film momenti di grande cinema.
Non fosse per la citata dose di retorica che a tratti infastidisce, Dunkirk avrebbe potuto essere un grandissimo film, una perfetta sintesi tra lo sviluppo dei temi tanto cari al regista e un racconto bellico di grande effetto ed originale: insomma l'impressione di trovarci di fronte ad un capolavoro mancato è più che tangibile.

1 commento:

  1. Più lavoro "di testa" che di cuore, l'ho trovato troppo retorico e compiaciuto per apprezzarlo come hanno fatto molti. Sinceramente, rimanendo in tema Dunkerque ho preferito l'approccio classico de L'ora più buia.

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