domenica 14 aprile 2019

Hagazussa [aka Hagazussa: A Heathen's Curse] ( Lukas Feigelfeld , 2017 )




Hagazussa: A Heathen's Curse (2017) on IMDb
Giudizio: 8/10

L'esordio alla regia di Lukas Feigelfeld è opera che non passa inosservata, facendoci immaginare per il trentatreenne viennese, ma di scuola cinematografica berlinese, un futuro radioso in cui il talento visivo del regista  potrà regalarci altre prove degne di nota.
Il titolo del film, che in qualche modo vuole essere fortemente evocativo riguardo alla storia narrata, rimanda ad una terminologia arcaica con la  quale venivano definite gli esseri femminili demoniaci.
La storia, ambientata nelle Alpi austriache durante il XV secolo con l'Europa flagellata dalla peste, racconta della piccola Albrun che vive con la madre in una baita di montagna ai margini del villaggio; sulle due incombe il sospetto, che per l'ignoranza e la grettezza dell'epoca equivale a certezza, di essere streghe e per tale motivo sono emarginate e fatte oggetto di riti anti-stregoneria. La morte della madre sotto i colpi della terribile epidemia di peste, lascia negli occhi della ragazzina il senso di terrore per la vita e per gli incubi che la accompagnano negli ultimi istanti di vita della donna.


Dopo 25 anni Albrun vive nella stessa baita con una figlia di pochi mesi, del cui padre non abbiamo notizie, ma che per la gente del posto è il perpetuarsi delle stigmate della stregoneria, tramandate dalla madre; ancora fatta oggetto di scherno ed insulti Albrun vive una vita quasi autistica in cui gli unici contatti sono quelli con le mammelle delle capre che munge per poi rivendere il latte;  quando una donna del posto, Swinda,  sembra voler sfidare l'ignoranza e la superstizione avvicinandosi ad Albrun  perpetrando invece un piano torbido e perverso, quest'ultima innesca un meccanismo di crescente paranoia e di trasformazione mediante il quale affermare se stessa in tutta la sua drammaticità; se strega non è Albrun, l'ignominia dei suoi compaesani, sembra scatenare i suoi istinti più turpi fino ad assimilare se stessa alla stregoneria.
Il finale potente e metaforico, sinistro e venato di malsano riesce a chiudere con sicurezza inaspettata una storia che prestava il fianco a molte possibili derive non tutte convincenti.

Il film di Lukas Feigelfeld presenta alcuni aspetti che sin dall'inizio si ergono a colonne portanti dell'opera: una ambientazione bellissima, inquietante, intrisa di spirito dark e di sfumature horror, una fotografia spettacolare che sfrutta alla perfezione la luce ed il buio delle montagne, una attrice, Aleksandra Cwen, straordinaria nel dare concretezza ad un personaggio complesso intorno al quale ruota gran parte del racconto, quale appunto Albrun,una riflessione sull'oscurantismo, sulla superstizione e sull'ignoranza, una tensione che nella pellicola non scema mai, alimentata soprattutto dalle immagini e dalle musiche visto che i dialoghi sono ridotti all'osso, una deriva irrazionale che oscilla tra l'onirico e l'incubo, soprattutto in alcune scene nella seconda parte.
Feigelfeld, che dà indubbiamente prova di talento da vendere, arricchisce passo dopo passo la storia, oscillando tra atmosfere che si muovono tra il maledetto ed il morboso, nelle quali c'è spazio per svariate forme di perversione non solo sessuali.
Hagazussa è lavoro che , nonostante i ritmi tendenzialmente lenti, cadenzati, accompagnati da un mutismo quasi patologico, riesce ad avvinghiare lo spettatore, trascinandolo in una clima spesso insano, drammatico, nel quale c'è tutta l'irrazionalità umana che diventa regola di moralità e di conformismo.
Quello che però colpisce maggiormente del film è la maturità che mostra il giovane regista, che riesce, seppur in una pellicola che qualche difetto lo mostra, a tenere sempre in mano il racconto e a sapere dare un peso fondamentale all'immagine, mai banale o di maniera.

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