La mummia e uno scialbo Kurosawa
Reiko, una scrittrice di successo in crisi di ispirazione ed in preda a strani sintomi , Yoshioka , solitario antropologo-archeologo , una mummia millenaria ripescata dal fondo di una palude e un'oscura presenza che si aggira in cerca di qualcosa; su questo quartetto si impernia tutto il film di Kiyoshi Kurosawa, ambientato in una campagna dominata da una grande foresta , in cui sorgono la casa dove Reiko decide di trasferirsi per ritrovare l'ispirazione e un'altro misterioso edificio all'interno del quale Yoshioka custodisce con cura maniacale il corpo mummificato di una donna vissuta circa 1000 anni prima e recuperato dal fondo della palude limacciosa.
L'inizio del film crea una atmosfera bella, che lascia presagire fenomeni incombenti e che in lunghe sequenze fatte solo di immagini e pochissime parole incute un crescente senso di attesa.
Purtroppo però ad un preambolo indubbiamente ben costruito, non segue uno sviluppo della storia all'altezza: nel momento in cui la mummia comincia a dare segno della sua presenza con piccoli ma strani fenomeni e sulla scena compare una giovane donna che abitò in precedenza la casa di Reiko e di cui si erano perse le tracce, il film vira verso un molto poco avvincente percorso, in cui non mancano momenti di tensione troppo artefatti per essere veri, oltre che molto poco originali.
L'affiorare delle ossessioni dell'uomo convinto di avere molto da espiare, il ruolo della mummia, ora protettrice ora vendicatrice, lo spettro della giovane donna pronta sempre a spuntare in ogni dove, danno al racconto un andamento in cui regna sovrana la confusione, al punto di rendere di non facile lettura il senso dell'intero racconto.
Indubbiamente il film è ben girato e la mano di un regista bravo e con uno stile pulito ed elegante si vede, ma è assolutamente insufficiente a far decollare la storia , che in certi momenti spinge persino alla noia, addirittura fin nel suo finale con presunto colpo di scena telefonatissimo e che oltre tutto serve solo a far ripiombare il tutto in una nebbia fittissima che solo un poco si era dipanata nel sottofinale.
Insomma Kurosawa sa fare molto , ma molto di meglio, anche in campo thrilleristico-sovrannaturale: la sola confezione molto ben costruita e strutturata a livello visivo, non può essere sufficiente a far apprezzare questo film , per il resto piuttosto mediocre.
ma chi è questo Kiyoshi Kurosawa? è parente? NOOO!!
RispondiEliminaNessuna parentela. E' senz'altro uno dei registi nipponici contemporanei più bravi ed originali, autore di alcune lavori notevoli, ma anche di qualche passo falso.Questo non è tra i migliori, ma Tokyo Sonata ad esempio è bello , così come Kairo.
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