sabato 2 ottobre 2010

14 Blades ( Daniel Lee , 2010 )

Giudizio: 7/10
Un wuxia come si deve

E' un wuxia che più classico non si può quest'ultimo lavoro di Daniel Lee, che omaggia tutti i canoni tipici del genere, costruendo un lavoro di ampio respiro, con ricorso ad effetti speciali nella giusta misura incastonati in una confezione elegante al punto giusto. Nulla di rivoluzionario o particolarmente originale, quindi, ma tematiche tante volte viste esposte con grande forza visiva e fedeltà rispetto ad un genere  che rimane ancora oggi uno dei cardini della cinematografia HKese e cinese.
La consueta congiura scuote il palazzo imperiale e gli Jinywei, autentica milizia scelta dell'Imperatore, straordinari guerrieri addestrati fin dall'infanzia, subiscono le conseguenze di questi intrighi orditi dai più alti dignitari di corte.
Qinglong, il comandante della milizia , l'unico in possesso di un cofanetto che contiene 14 spade da usare in svariati modi e circostanze rigidamente catologate, in seguito al complotto è costretto a fuggire schivando gli agguati che i nemici di ora, che erano gli amici di ieri, gli tendono.
Il suo obiettivo finale è quello di recuperare il sigillo imperiale e riportarlo a corte come pegno della sua fedeltà all'Imperatore e per sventare la congiura.
In una ambientazione molto "western" tra distese desertiche e locande si consumano combattimenti funambolici , molto belli nelle loro coreografie, l'amore impossibile dal forte valore catartico si affaccia, l'amicizia virile  serpeggia ovunque e il senso dell'onore , unito alla forte cortina di morte che circonda Qinglong, fanno da traino a tutta la narrazione, con l'immancabile tratto di melò che soprattutto nel finale si impone prepotentemente.
Non manca nulla insomma e Daniel Lee è bravo a mantenersi nelle regole del wuxia , sfruttando tecnologie di ripresa moderne, che forse a volte danno un tocco di patinato eccessivo, dosando saggiamente lo slow motion, sfoggiando costumi bellissimi, armi ben disegnate, giocando negli interni con i chiaroscuri e negli esterni con la luce solare,  la polvere e le bellezze aspre del paesaggio.
Donnie Yen nel ruolo dell'eroe Qinglong ci va a nozze, bravo nella sua fisicità e nella ancora validissima forma che mostra nei combattimenti e strepitoso nella sua ironia quando tiene a bada una masnada di predoni con un mano , tenendo una coscia di pollo arrosto nell'altra; lo affianca una Vicky Zhao che dopo Red Cliff da una ulteriore prova della sua bravura, uno dei volti più belli del panorama cinematografico cinese.

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