venerdì 8 ottobre 2010

The banquet ( Feng Xiaogang , 2006 )


Giudizio: 7/10
Wuxia e Shakespeare

E' un drammone spettacolare e ricco di venature variegate il lavoro di Feng Xiaogang, che a prima vista sembra inserirsi a pieno nel solco del rilancio del wuxia ad uso e consumo occidentale intrapreso da Zhang Yimou e Ang Lee, ed in parte la prima impressione ha il suo fondo di verità, anche perchè Feng si avvale anche lui della maestria di Yuen Wo-ping come coreografo e maestro d'armi, ed anche i topoi del wuxia ci sono tutti , dal palazzo imperiale percorso da intrighi e trame oscure , agli amori tormentati e ai combattimenti funambolici; quello che avrebbe dovuto fare di The banquet un lavoro che si discostava con un tocco ulteriore di originalità era il suo rimandare all'europeissimo Amleto shakesperiano, cui si ispira, anche se con la dovuta libertà.
Vedere un dramma che più europeo non si potrebbe innestato in un contesto tipicamente orientale sicuramente genera una certa curiosità, e dobbiamo dire subito che l'esperimento riesce solo a metà, troppo indirizzato verso tematiche tipicamente wuxia e, soprattutto, poco intriso di quel dramma personale che emerge dall'Amleto.
Sta di fatto che la storia dell'imperatrice Wan , prima compagna di giochi, poi innamorata di Wu Lan il figlio dell'Imperatore, poi sposa di quest'ultimo ed infine sottratta a lui con tutto il regno dal cognato spietato che uccide il fratello obbligando alla fuga il naturale erede, si presta ad innumerevoli interpretazioni sul potere e l'amore e sulla frequente impossibilità di connubio tra di loro. Wu Lan finirà in esilio, dedito all'arte e alla musica, pur conservando una grandiosa capacità nei combattimenti, e solo il richiamo del sangue reale che scorre nelle sue vene, oltre ovviamente alla mai sopita attrazione per quella che ora è la consorte dell'imperatore, lo spingerà ad un ritorno a corte con l'intenzione di applicare la giustizia che il suo rango di erede al tono usurpato gli impone.
Il banchetto finale (da cui il titolo) sarà il momento per risolvere tutte le questioni in sospeso, d'amore e di politica, di potere e di vendetta.
Il film si presenta di estrema eleganza, ottimamente diretto, con ambienti, costumi e ricostruzioni ricchissimi , questo aspetto tende più di una volta a prendere il sopravvento, sovrastando le tematiche proprie della narrazione, spostando quindi l'asse del film verso una spettacolarizzazione che indubbiamente riempie l'occhio ma che infonde una certa freddezza. 
I combattimenti , non frequentissimi, prendono sermpre la forma di danze con geometrie mirabili e costituiscono sicuramente uno dei momenti più belli della pellicola, tra figure  classicheggianti e balzi che sfidano la forza di gravità, mentre invece lo studio e il racconto della crudeltà del potere, della malvagità umana, dei legami parentali, dell'amore che si coniuga con la sete di potere e della contrapposizione tra arte e violenza, tutti poco più che accennati, avrebbero richiesto un maggior lavoro in profondità arrichendo sicuramente un film che alla fine risulta essere sì bello , ma forse un po' fragile e confuso nei contenuti.
Nobilita il film la figura dell'imperatrice Wan, magnificamente interpretata da Zhang Ziyi sempre più attrice di punta del cinema cinese, affiancata da Daniel Wu che è bravo nel ruolo del tormentato principe Wu Lan.

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