Immortali sulla terra
Ancora un richiamo ad opere passate per Jeff Lau che con quest'ultimo lavoro rimanda a quel The eagles shooting heroes di circa venti anni orsono che rimane a tutt'oggi una delle opere più straordinarie concepite dalla fervida mente del regista, girata quasi per gioco nelle pause della produzione di Ashes of time di cui Lau era produttore.
C'è da dire che il rimando è puramente una citazione fine a se stessa , perchè questo film non ha nulla in comune con il precedente ed in tutti i sensi, essendo questo un lavoro sicuramente da vedere ( per principio , oserei dire) ma che non si avvicina neppure lontanamente alla brillantezza di The eagle shooting heroes.
Stavolta Jeff Lau impernia il suo lavoro, come sempre ricco di fantasia sfrenata, nei tempi moderni, e ci presenta con fattezze varie otto eroi immortali che sono le reincarnazioni dei primordiali guardiani della concordia sulla terra, sin dall'inizio dei tempi.
I sette buoni ed il cattivo (tipico angelo caduto dal cielo) si ritrovano quasi per caso, allorquando scampano tutti miracolosamente ad un incidente che avrebbe dovuto stecchirli tutti.
Da qui parte il consueto e tipico baillame con chiara firma che procede in un caotico e assolutamente non raccontabile scorrere di gag , situazioni assurde, citazioni a non finire (da Shakespeare a Stanlio e Ollio), un fluire insomma di situazioni incalzanti, seppur a ritmi e con stampo anarchico molto meno accentuati del solito, che trovano il nocciolo in una riflessione sull'amore impossibile tra l'immortale buona (Karen Mok) e l'immortale cattivo ( Eason Chan), per lo meno in quella vita, in attesa di capire come finirà nella prossima, a dimostrazione del duro e difficile compito di un semidio.
Quello che manca , e si nota molto, è quell'estremizzare fino al non sense la narrazione priva di regole che solitamente appartiene al bagaglio del regista, il ritmo non è sui livelli da mal di testa e , nel complesso, le battute e le situazioni raramente raggiungono livelli da strappare risate fino alle lacrime ( una delle più belle è quella del dottore che avverte il ragazzino che il padre si è salvato , ma siccome lui non crede ai miracoli chiede al ragazzino di consigliare al padre di buttarsi da un grattacielo affinchè lui possa arrendersi al dover creder ai miracoli).
Nel complesso comunque il film vale la visione e diverte, ma chi si aspetta un Lau in forma strepitosa probabilmente rimarrà deluso nonostante la consueta parata di stelle che affollano anche questo lavoro, come sempre nei film del regista HKese: Karen Mok, Eason Chen, Ekin Cheng un grottesco Kenny Bee con capigliatura stile Beatles e svariati altri, sui quali però si erge per la ottima prova soprattutto Karen Mok.
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