Storie d'amore ad Hong Kong
Quando Stanley Kwan presentò a Berlino Hold you tight, ricevendo anche un riconoscimento, aveva da poco annunciato pubblicamente la sua omosessualità, atto che fu una sorta di liberazione per un regista che viveva della splendida luce riflessa di Center Stage e che aveva già realizzato un autentico capolavoro 10 anni prima con Rouge.
In Hold you tight può quindi finalmente dare una libera interpretazione sui rapporti amorosi in senso più ampio ed anticonvenzionale attraverso una storia incentrata su alcuni personaggi immersi nella vita di Hong Kong.
Sono racconti paralleli che vengono a fondersi in un unica traccia ma che hanno tutti una tematica di fondo: la ricerca affannosa di un rapporto umano che li affranchi dalla solitudine.
Un uomo dalla vita brillante, amante del cinema e della buona cucina che trova nelle saune il suo effimero appagamento; un giovane bagnino da piscina indeciso sulla sua vita amorosa e sui gusti sessuali; una coppia di giovani con lui sempre immerso nel lavoro e lei insoddisfatta pronta al tradimento prima di morire in un incidente aereo, un'altra donna che è la sosia di quest'ultima che fa saltare tutte le certezze dell'amante che comprende come il vero bersaglio della sua passione fosse il marito della donna e infine la proprietaria di un video club: tutti personaggi che sono immersi in una atmosfera quasi sospesa , rarefatta, che secondo alcuni richiama alla mente Wong Kar Wai e che incrociano i loro destini in un intreccio che non ha nulla di complesso quasi fosse una naturale evoluzione della narrazione che procede , condotta in maniera egregia , lineare con frequenti salti temporali.
La riflessione sui rapporti umani, ancor prima che su quelli sentimentali, percorre il film in lungo e largo, e l'aspetto della omosessualità dei personaggi è trattato con mano ferma dal regista anche là dove fa uso di scene di sesso abbastanza esplicite, ma quello che colpisce maggiormente è che sotto quell'atmosfera apparentemente da calma piatta, pulsa un forza dei sentimenti che prorompe senza fare rumore ma che è chiarissima per chi la sa cogliere.
Il lungo dialogo che chiude il film ci da anche una chiave di lettura, tutto sommato ottimistica, sul significato ultimo della storia con l'accenno al lasciarsi dietro sempre una possibilità di scelta senza chiudersi in maniera netta troppe porte.
E' nella sostanza un film sull'amore maschile, visto che i personaggi femminili sembrano essere solo quasi delle figure di transizione, funzionali allo svolgersi della storia e al raggiungimento della chiara identità sessuale dei protagonisti, ma il fulcro emotivo del film sta nella ricerca della felicità e nell'affannoso seguire la forza del sentimento, e sono tematiche che Stanley Kwan sa plasmare come pochi nel Cinema moderno.
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