Giudizio: 4/10
Per la sua opera seconda il giovane regista russo Vladimir Beck prende a tema il mondo adolescenziale, sebbene, a suo dire, il film vuole trattare un tema più universale non necessariamente legato a quella età.
In un campo estivo frequentato da adolescenti i due animatori sono una una coppia di giovani che ben presto flirtano tra di loro attirandosi le critiche dei responsabili del campo; ma quel che è peggio coagulano su di sè le ossessioni di un ragazzino e di una sua coetanea rispettivamente infatuati dell'animatrice e del suo collega; una infatuazione ovviamente che non può condurre da nessuna parte ma che scatena nei due ragazzini reazioni rancorose fino all'ideare improbabili riti satanici o gesti insani.
Quinto elemto della storia è un altro ragazzino che vive perennemente con l'occhio attaccato ad una telecamera riprendendo tutto ciò che cade sotto il suo sguardo, una esistenza mediata dall'immagine ripresa, molto più semplicemente un vouyerismo maniacale.
Con il montare della mania ossessiva dei due ragazzini, i due animatori vanno incontro allo sviluppo della loro storia amorosa, tipica da vacanza estiva, che finisce nel momento esatto in cui inizia.
"Un giorno ti svegli e non riesci a toglierti di testa una persona: Non importa che tu abbia 14,26 o 70 anni, e non ti interessa se il tuo amore sia corrisposto. Inerme , ti senti in pena, non sapendo cosa fare, cercando un modo per liberarti del nome e dell'immagine che ti tormentano. Come uscirne?" : con queste parole il regista inizia le brevi note di regia di Little Bird, e prese così possono avere un senso ed aprire anche spazi interessanti cinematograficamente; peccato che la pellicola non abbia nulla di tutto ciò o per lo meno non è questo che il film lascia dopo la visione.
Little Bird soffre quindi in partenza di una ben poca coerenza tra quello vorrebbe essere e ciò che realmente risulta: una storia sciatta, confusa , dove si coagulano personalità chiaramente disturbate, sociopatie e manie varie seppur di stampo adolescenziale.
Ma fin qui il peccato sarebbe ancora tutto sommato lieve se Beck desse almeno una impronta personale al film, ed invece assistiamo ad uno sciommiottamento stilistico di archetipi estetici impegnativi (Malick ad esempio), alla ricerca di un astrattismo formale che risulta anche fastidioso e della costruzione forzata e pretenziosa di uno stile personale che però non si vede per nulla: il giovane Beck dovrebbe sapere che mettere due ragazzini sdraiati su un prato che guardano attoniti il cielo circondati da bucoliche atmosfere sostenute da musiche che vorrebbero stimolare qualcosa dentro, non serve a nulla se il tutto non è sostenuto da qualcosa di più consistente; l'estetica nel cinema non è solo ricerca fredda dell'immagine bella ( ed in questo, pur chiaramente con mezzi limitati, il regista ha fatto intravedere di saper costruire immagini buone), bensì l'armonia che l'immagine e la storia, i contenuti e le atmosfere riescono a produrre coagulandosi in modo efficace.
Insomma Little Bird , oltre la insistita pretenziosità, ha ben poco da offrire, perchè è la storia che risulta debole; probabilmente , alla luce anche di quanto dichiarato dal regista, tutto è rimasto nella sua testa, producendo nella pellicola solo sprazzi di cinema confuso e ,a tratti , quasi incomprensibile.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.