Giudizio: 6.5/10
In quasi contemporanea con l’uscita nelle sale la Festa del Cinema di Roma ospita l’ultimo lavoro di Robert Zemeckis The Walk 3D, ispirato alla storia del funambolo francese Philippe Petit passato alla storia per avere camminato sospeso su un filo teso tra le Twin Towers di New York nel 1974, quando i due grattacieli erano in fase avanzata di costruzione.
Il racconto di Zemeckis parte dall’infanzia del giovane Petit folgorato da acrobati e funamboli circensi: sin da piccolo il ragazzo spia le loro gesta e cerca di emularle; da lì in poi la sua vita è tutta una sfida , dapprima coi genitori che non condividono la sua passione, poi con le autorità che gli impediscono di tendere liberamente fili sui quali camminare ed infine con il vecchio e saggio funambolo Papa Rudy col quale si instaura il tipico rapporto conflittuale maestro-allievo; prima complice del giovane sarà Annie una ragazza anch’essa artista di strada ben più convenzionale e poi pian piano un piccolo manipolo di personaggi che vogliono condividere con Petit la vita avventurosa e le sfide.
Una rivista che mostra le Twin Towers in costruzione paragonate all’altezza della Tour Eiffel funge da click per Petit: il fine ultimo, il capolavoro del funambolismo deve essere una passeggiata sospeso nel cielo di New York su un filo teso tra le due torri; l’armata si arricchisce di complici sul posto e quindi i preparativi per quella che sembra una follia hanno inizio.
Tutta la storia viene raccontata da Petit in persona, bellamente posizionato in cima alla Statua della Libertà, quindi per chi non conoscesse la storia, è chiaro sin da subito che l’uomo per lo meno non si è schiantato al suolo nel suo folle tentativo.
Il film si fonda su una dicotomia fin troppo evidente: ad una prima parte frettolosa e a volte ben poco convincente nel suo sviluppo, segue la seconda, quella dell’impresa vera e propria, molto bella, ben riuscita, con un 3D tra i più belli e misurati mai visti.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
L'ultima mezz'ora di The Walk è una delle più belle mezz'ore che ho mai visto al cinema, anzi E' cinema allo stato puro, e tutta la (lunga) prima parte è charamente propedeutica a quel finale. Io ho dato un voto più alto al film, che ho trovato genuino e potente. Un film fintamente naif e anche profondamente politico: ci parla dell'America prima dell'attentato alle Twin Towers, e della conseguente perdita dell'innocenza di un paese che fino allora era attaccato strenuamente al suo Sogno. Bellissimo.
RispondiEliminaIo la lettura politica francamente non ce l'ho vista e anzi quel rimando all'11 settembre mi ha anche un po' infastidito, ma di sicuro la seconda parte è come dici tu, grande pagina di cinema; la prima francamente è deboluccia, sarà pure propedeutica, ma poteva fare molto di meglio e meno frettolosamente e superficialmente.
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