Giudizio: 6.5/10
Il Manga è probabilmente uno dei simboli indiscussi del Giappone, della sua cultura e della sua società; non a caso spesso assistiamo a lavori cinematografici ispirati ai manga diretti da registi di fama riconosciuta a conferma dell'importanza culturale che questo genere letterario ha nel paese.
Naturalmente da ciò ne deriva che diventare disegnatore di manga è una porta aperta sul successo e sulla fama che in una società animata da grande competitività quale quella giapponese garantisce benessere e soddisfazioni.
Ma per diventare uno scrittore di manga di successo si deve scalare una montagna infinita sulla quale in molti ci lasciano le penne perchè si parte in tanti ma in pochi arrivano in vetta.
Da questo concetto parte Bakuman il lavoro del regista giapponese One Hitoshi, visto al recente Far East Film Festival, che vuole essere un ritratto vivace e snello dell'ambiente dei disegnatori manga.
I protagonisti sono due adolescenti: Saiko, dotato di grandi capacità grafiche che sfrutta per riempire quaderni di ritratti segreti della sua compagna di classe Azuki della quale è infatuato e Shujin, dotato di maggiore visionarietà progettuale e che coinvolge l'amico il quale inizialmente appare indifferente nell'avventura; Saiko il grafico, Shujin il narratore e Azuki la musa del primo che dà il colpo finale affinchè la coppia prenda piede nel loro percorso verso il successo.
Il successo passa per le incasinate e rumorose stanze della rivista Weekly Shonen Jump, una sorta di tempio del manga, dove i due cercano di piazzare i loro lavori.
La competizione è però durissima, nonostante i due ottengano buoni risultati e il confronto con altri giovani aspiranti scrittori fa scoprire loro ulteriormente quanto sia difficile raggiungere gli obiettivi.
Bakuman gode sicuramente di un buon ritmo, di una storia che non annoia grazie al ritratto colorato e vivido che fa di un ambiente che per noi occidentali è pressochè sconosciuto e alla carrellata di personaggi , più o meno bizzarri e al limite, che presenta, a partire dallo zio di Saiko, una volta grande talento del manga e finito male per il troppo stress da lavoro.
Anche la morale del film è tutto sommato accettabile quando va a domandarsi cosa si è disposti a mettere sul piatto della bilancia per raggiungere l'obiettivo del successo editoriale.
One sa ben plasmare la storia facendo ricorso anche ad immagini fantastiche e surreali a base di computer grafica, coniuga fantasia, commedia e risvolti sociali, ma nonostante tutto ciò il film non riesce mai a spiccare il volo in maniera convincente rimanendo troppo legato allo stretto ambito del mondo dei manga, che indubbiamente trova numerosi fan e culturi e che riterranno Bakuman un lavoro sicuramente valido.
La coppia Sato Takeru e Kamiki Ryunosuke se la cava bene nell'interpretare le ambizioni , la passione e i sogni dei due protagonisti, così come Kudo Kankuro è credibilissimo nella parte dello zio stralunato e un po' folle; a completamento di un cast convincente nel rendere bene i personaggi più colorati e complessi vanno annoverati Lily Frank e Sometani Shota.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.