Giudizio: 8.5/10
Nella vecchia e grande casa nel bosco vive una coppia dall'apparenza felice e serena: Lui è un famoso scrittore in attesa di ispirazione, Lei , molto più giovane, vede l'uomo con una adorazione profonda e si danna l'anima per rimettere in piedi la casa dopo che uno spaventoso incendio ha tolto ogni cosa al marito, prima che si conoscessero.
Ma attenzione: sin dall'inizio il regista ci insinua il dubbio che qualcosa di strano alberga in quella casa; Lei (non ha nome) sente la vita pulsare nei muri, Lui (senza nome anche) che appare e sparisce e siede silenzioso davanti al foglio di carta in attesa di qualcosa; insomma una sottile inquietudine strisciante permea la casa.
La quiete viene disturbata dall'arrivo di un uomo in cerca di un alloggio credendo la casa un bed&breakfast, Lui lo accoglie con trasporto, Lei vorrebbe mandarlo via, non sopporta l'intrusione di altri nella "sua"casa; in rapida successione: scopriamo che l'ospite è un fan del scrittore giunto per conoscerlo prima di morire essendo gravemente malato, giunge anche la moglie dell'uomo, una donna fin troppo spigliata ed autoritaria, come non bastasse anche i figli della coppia giungono nella casa affrontandosi in un litigio furibondo.
Lei ormai è in preda all'agitazione più grande generata da tanti estranei in casa e dalla drammatica piega che prende la vicenda, Lui continua ad essere fin troppo ospitale, desideroso di non deludere gli ospiti.
E' l'inizio della fine: da qui in poi Madre! diventa una rapida discesa in un incubo sempre più parossistico, ingannevolmente interrotto solo dalla sorprendente gravidanza di Lei che risulterà invece l'apoteosi dell'apocalisse; i fans scatenati sono alle porte della casa accingendosi ad una altra invasione ben più grave e distruttiva della precedente: il loro idolo infatti ha finalmente scritto il suo capolavoro, ispirato dalla futura paternità.
In un ciclico percorso di distruzione , di aberrazioni e di idolatria pagana Madre! torna all'inizio, sui suoi passi, pronto a sconvolgere.
Quando fu presentato alla ultima Mostra del Cinema di Venezia, l'ultimo lavoro di Aronofsky venne accolto da giudizi estremi: fischi e ululati per alcuni ( la maggioranza) deliqui di piacere cinematografico per altri, imponendosi da subito come film del quale non si poteva fare a meno di parlare, ed in effetti Madre! è lavoro che non passa inosservato, scatena reazioni agli antipodi, come tutti i lavori che portano con sè una carica di originalità ed una messe di tematiche e di possibili interpretazioni.
La vita privata violata ed il senso di violenza subita, la maternità, il valore dell'arte, l'aspirazione all'immortalità artistica, il giudizio dei fruitori dell'arte che si trasforma in idolatria pagana (vero effetto aberrante e nefasto del nuovo millennio), l'egoismo estremo dell'artista pronto a barattare tutto in favore dell'ispirazione, addirittura fino alla distruzione dell'opera per riprendere in una circolarità priva di regole ed di etica la strada per l'immortalità: c'è tutto questo e molto più nel lavoro di Darren Aronofsky che non disdegna anche una lettura politica sul potere delle masse .
Seppur permeata di questo oceano ribollente di tematiche e quindi sempre suscettibile di un minimo di superficialità, Madre! è comunque un lavoro grandioso, durissimo nelle sue dinamiche interne, ottimamente diretto da un regista che ha sempre fatto dell'indagine al confine col soprannaturale uno dei suoi cardini cinematografici.
Partendo dalle numerose tematiche esposte, la pellicola approda ad una riflessione ampia e dolorosa sulle sorti del mondo e della civiltà, sull'abbandono dell'etica personale e sulla forza distruttiva insita nella natura dell'uomo.
Lui si nutre del suo narcisismo di fronte al quale capitola tutto, Lei vive il ruolo del marito-artista-idolo come una pericolosa gabbia all'interno della quale non esiste la vita privata ma uno spazio dove chiunque può intromettersi: raramente abbiamo assistito ad un film che descrivesse con tanta angoscia disturbante la violazione del proprio mondo e del proprio essere.
Lui sarà capace di ripartire dopo l'apocalisse, Lei sarà solo un cuore pietrificato, uno dei tanti tentativi di ispirazione carpiti in nome di un egoismo violento che non ha portato alla perfezione.
Jennifer Lawrence è la protagonista carica di dolore e di adorazione la cui vita viene ridotta a brandelli, un personaggio che oltre a mostrarci l'immenso talento dell'attrice entra di diritto nella bacheca dei più intensi e drammatici del Cinema, Javier Bardem dà il giusto tocco di ambiguità e di narcisismo ad un personaggio ammantato di grottesca drammaticità.
Grandissimo film seppur così snobbato dall'ipocrisia della massa.
RispondiEliminaUn capolavoro non riconosciuto, se non da pochi "eletti" (o malati?) come noi. :)
RispondiEliminaMa un giorno verrà rivalutato anche dalle masse fischianti...
Il film che sicuramente mi ha sconvolta maggiormente l'anno scorso, un bel maglio rotante dritto nello stomaco. Ce ne fosse di "roba" simile al cinema! :)
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