Giudizio: 8/10
Justine è una adolescente studiosa e timida che , seguendo le tradizioni di famiglia-tutti vegetariani fanatici e tutti veterinari- approda alla Scuola di Veterinaria: una enclave decadente e kitsch dove le matricole da subito subiscono le vessazioni dei veterani, tra feste rave e incursioni notturne nelle stanze; il giorno del rito di iniziazione che precede la foto ufficiale annuale di inizio corso, le matricole dapprima vengono investite da una pioggia di sangue e quindi costrette a ingurgitare frattaglie animali crude , pena il ludibrio eterno; Justine obtorto collo deve soggiacere al rito spinta anche dalla sorella maggiore che nel campus è già una delle veterane.
Dapprima un diffuso eritema desquamante, poi il malore diffuso sembrano evidenziare un rifiuto del corpo della ragazza per la carne, ma ben presto Justine inizia a sentire una irrefrenabile voglia di carne e sangue: hamburger rubati a mensa, frigorifero saccheggiato , capelli ingurgitati e poi vomitati fino al culmine del parossismo carnale che sfocia nella antropofagia in una delle scene più riuscite del film.
Ma parallelamente a ciò qualcosa sembra esplodere nella giovane e timida ragazza che la trasforma in una affamata di sesso e di tutto ciò che fino ad allora non aveva conosciuto.
C’è poi il confronto con la sorella Alexia che di fronte ai suoi comportamenti dapprima sembra provare pena , poi mostra il suo vero volto , lo specchio della sorella: la seconda parte di Raw gioca molto sul feroce dualismo tra le sorelle incentrato su scatti di rabbia animale e su momenti di sorellanza profondi: il legame famigliare insomma emerge con tanto di colpo di scena finale risolutore di tante domande.
Proviamo ad analizzare Raw-Una cruda verità cercando di non ampliare la già lunghissima teoria di metafore più o meno nascoste abbondantemente enunciate; il film della giovane regista parigina Julia Ducournau, autentico fenomeno cinematografico da quando fu proiettato a Cannes nel 2016 dove ricevette anche il riconoscimento della Semine de la Critique e da quando le solerti note giornalistiche narrano di svenimenti, deliqui, trambusti di stomaco scatenata dalla visione, è anzitutto una interessantissima prova di cinema horror costruita con grande classe, dove ciò che viene mostrato, seppur a volte sopra le righe, non ha nulla del più classico dei film incentrati sul cannibalismo.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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