giovedì 8 novembre 2018

Green Book ( Peter Farrelly , 2018 )



Green Book (2018) on IMDb

Giudizio: 5.5/10

Nei primi anni 60 Tony lavora come buttafuori in un night club di New York City, quando il locale deve chiudere per alcuni mesi per lavori di ammodernamento, Tony trova come impiego temporaneo quello di autista di un brillante e geniale pianista afroamericano, Don Shirley, in procinto di affrontare un lungo tour che durerà fino a Natale  e che lo porterà a raggiungere anche gli stati del sud dove l’intolleranza razziale è ancora ben consolidata. Inizialmente tra Tony e Dan sono più gli attriti che i momenti di armonia, ma come ogni buddy-road movie strada facendo tra i due cominciano a cadere le barriere ed inizia a svilupparsi una amicizia seppur con momenti di tensione; d'altronde troppo diversi sono i due, tipico italoamericano chiacchierone e con ben poca istruzione Tony, raffinato, colto e introverso Dan; insomma due mondi che mai si sarebbero incontrati spontaneamente ma che debbono trovare il modo di non cozzare troppo violentemente. 


Dan accetta passivamente, cercando di non perdere mai la dignità, gli odiosi comportamenti razzisti persino di chi accorre per ascoltarlo suonare, Tony, tipo più alla mano e sempliciotto, invece è più propenso a risolvere i problemi a modo suo, la loro convivenza comunque, che procede attraverso momenti anche di scontro, diventa sempre più profonda al punto di diventare una vera e propria amicizia nella quale ognuno mette tutto se stesso dalla parte dell'altro..
Sfruttando un modello cinematografico consolidato e di sicuro successo Peter Farrelly   costruisce una commedia che se si limitasse ad essere tale risulterebbe di certo  piacevole e ben riuscita; purtroppo però il tentativo di infarcire il racconto con valutazioni morali sul problema dell’apartheid, tra l’altro prive di originalità e per di più grondanti di quella ironia da radical chic che è il marchio di fabbrica di buona parte del cinema indipendente americano ,  lungi dall’arricchire il film lo impoveriscono facendogli spesso perdere la buona atmosfera da commedia.

C'è comunque da scommettere sul fatto che come tutto quel filone che vuole essere prima che una analisi di un periodo storico, tra l'altro relativamente vicino e che presenta delle tematiche ancora ben lungi dall'essere superate, un comodo lavacro nazionale col quale ripulirsi periodicamente la coscienza (sporca) e come insegnano i numerosi altri casi simili, anche Green Book , non a caso vincitore a Toronto, avrà un sicuro e fulgido successo con possibile approdo agli Oscar.
Come buddy movie comunque Green Book funziona, sebbene sia tutt’altro che originale, anche grazie alle eccellenti prove di Viggo Mortensen e di Mahershala Ali , come ennesima riflessione sul razzismo di cui pullula quest’anno la Festa del Cinema di Roma nei lavori presenti in concorso, non offre nulla di particolarmente interessante, anzi appare persino abbastanza pretenzioso in tal senso.
Anche questo come la quasi totalità dei film presentati alla Roma FF13, trasformata all'uopo in una gigantesca rassegna di anteprime cinematografiche associate, vedrà la luce sul grande schermo in Italia a febbraio. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi