Giudizio: 5.5/10
Nei primi anni del nuovo millennio due amici studenti universitari nel Kentucky organizzarono, coinvolgendo altri due colleghi ,il furto di alcuni preziosi libri conservati nella biblioteca dell’università del Kentucky a Lexington; le motivazioni per la quale questi giovani rovinarono le loro vite apparvero sin dall’inizio oscure considerato che tutti avevano una buona carriera scolastica e delle famiglie alle spalle solide e senza grossi problemi economici.
Il lavoro del regista inglese Bart Layton, alla sua opera prima dopo svariati documentari per la TV alle spalle, ripercorre quell’episodio costruendo un heist movie atipico in cui accanto alla fiction hanno il loro ruolo fondamentale i quattro personaggi reali, tutti ormai liberi dopo aver scontato le pere detentive, che raccontano dal proprio punto di vista come siano andate le cose, perché qualche divergenza nella prospettiva dei fatti sembra esistere basandosi sul loro racconto; il saltare dai personaggi veri che raccontano i loro ricordi a quelli di finzione che li interpretano, dapprima regala una certa verve alla storia condita da qualche citazione cinematografica ( Le Iene di Tarantino ad esempio), lascia alla realtà il compito di mischiarsi con la fantasia, ma a lungo andare la situazione stanca, anche perché per molti versi, pur considerando tutte le possibili motivazioni che con una certa superficialità il regista espone, le motivazioni per cui i quattro si imbattono in una così grottesca e ridicola impresa non riescono ad essere convincenti.
Di fatto, va detto, siamo di fronte ad una storia su due personaggi , i cervelli del colpo, che sembrano tutto tranne che due persone dotate di intelletto, anche perché la banale motivazione di tentare il colpo per “oltrepassare la linea” suona veramente superficiale e poco credibile; possibile che nessuno abbia potuto pensare alle conseguenze che di certo ci sarebbero state in una simile impresa ?
Quale è il motivo che li ha spinti ? Cosa nascondeva un gesto del genere? Erano in grado di capire i rischi che correvano? Erano spinti da un sacro furore che faceva di loro degli eroi maledetti? Tutto ciò il film di Layton non solo non lo spiega, ma le motivazioni che tenta di addurre , come detto, appaiono ben poco convincenti e credibili, allo stesso modo della darwiniana conclusione sull’uomo americano votato nella sua evoluzione all’individualismo estremo.
Il risultato è un lavoro che in alcuni momenti offre anche spunti divertenti, ha un discreto ritmo, ma risulta carente nello sviluppo dei personaggi e la stessa storia si affloscia pericolosamente nel momento in cui dovrebbe confezionare una conclusione credibile.
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