Finalmente suspance !
Il prologo mette già le carte in tavola: madre e figlia uccise in maniera misteriosa al bordo di una strada con l'auto in panne.
Clementine e Lucas, coppia francese emigrata in Romania, dove lei insegna e lui cerca ispirazione narrativa, vivono in una grande villa alla periferia di Bucarest, vicina al luogo del delitto che apre il film.
La vita della giovane coppia sembra serena e tranquilla, fino a quando una notte, allertati da strani rumori, si ritrovano assediati in casa da presenze ignote molto male intenzionate; fuggire dalla casa, unica apparente possibilità di salvezza, non serve a nulla, saranno braccati nei boschi prima e in bui e squallidi sotterranei poi.
Sfruttando tutto ciò che decennni di cinema di genere hanno sfornato , i due giovani registi francesi dirigono un thriller di quelli veri, che incollano allo schermo e che coinvolgono; la storia è quanto di più banale e semplice, non ci sono funambolismi tecnici o trovate rivoluzionarie, ma attingendo a piene mani a schemi , situazioni e tecniche classici ottengono un risultato ottimo, un crescendo lento e inesorabile di tensione, angoscia e paura come di rado ultimamente è capitato di vedere negli horror-thriller.
Location tipica da horror quasi di stampo raimiano, immagini notturne e colori spenti, buio pesto appena rotto da fugaci bagliori, suoni sinistri, telecamera a spalla dall'andatura convulsa e traballante: tutto girato con grande semplicità ed essenzialità che risultano efficacissime nella riuscita del film; a ciò si aggiunge l'inquietudine che sempre accompagna la lotta contro l'ignoto e "loro" che violano la tranquillità domestica: ce n'è abbastanza per creare in 70 minuti densissimi un lungo filo di suspance che stupisce per la sua limpidezza.
Location tipica da horror quasi di stampo raimiano, immagini notturne e colori spenti, buio pesto appena rotto da fugaci bagliori, suoni sinistri, telecamera a spalla dall'andatura convulsa e traballante: tutto girato con grande semplicità ed essenzialità che risultano efficacissime nella riuscita del film; a ciò si aggiunge l'inquietudine che sempre accompagna la lotta contro l'ignoto e "loro" che violano la tranquillità domestica: ce n'è abbastanza per creare in 70 minuti densissimi un lungo filo di suspance che stupisce per la sua limpidezza.
Il finale , ovviamente con colpo di scena, rivolge timidamente, ma in modo chiaramente intellegibile, lo sguardo al sociale, al dramma vero di una certa umanità dimenticata e doppiamente umiliata cui è estraneo ormai anche il senso del gioco.
I due francesini ci sanno fare, senza dubbio e si prospetta per loro un gran futuro tinto a stelle e striscie: hanno capacità tecniche da vendere ed ispirazione, speriamo solo che i dollari americani non offuschino il loro talento e che le numerose voci che hanno gridato al miracolo non debbano rimpiangere la loro trasvolata oceanica.
Un film che sa creare una bella tensione, anche grazie alla casa, al contesto sociale, alla fotografia.
RispondiEliminaHai ragione, son bravi i due francesi, peccato che abbiano sfruttato la chance americana con l'orrido remake di The eye.
Sicuramente hanno talento, non ho visto il remake, ma son sicuro che , almeno a livello visivo, è ben fatto; poi operazioni simili sono spesso votate al fallimento.
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