mercoledì 13 gennaio 2010

Arca russa ( Alexandr Sokurov , 2002 )


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La Russia tra Arte e Storia


Un non meglio precisato visitatore contemporaneo russo ed un nobile proveniente dall'800 si ritrovano come per magia nel Palazzo dell'Hermitage a San Pietroburgo: nessuno (o quasi) può vederli nè sentirli e si avviano ad un lungo cammino lungo gli sterminati corridoi e le colossali sale del palazzo, passando in rassegna opere d'arte, incontrando personaggi storici che quel palazzo abitarono ( i vari zar e zarine da Pietro il Grande a Nicola II, dai cortigiani ai diplomatici), disquisendo di storia , a rte, lettere e politica. Il viaggio, tra sale ora adibite a museo ed altre che testimoniano la magnificenza del palazzo, si conclude in un fantasmagorico ballo nel 1913 alle soglie della Rivoluzione che spazzerà via tutto e alla quale simbolicamente vanno incontro i nobili uscendo dal salone da ballo lungo le scale che conducono all'esterno.
L'opera di Sokurov si presta a molteplici considerazioni così ammantata come è di visionarietà e di magia, pesantemente condizionata dalla scelta rivoluzionaria e geniale di girare il film in un unico piano sequenza.
L'Hermitage inteso come fulcro della storia russa, passata e presente, diviene il magico luogo di culto in cui si celebra la grandiosa e tragica epopea della madre Russia: da un lato il diplomatico francese che ne celebra la grandezza derivata da una poderosa potenza politica e militare, dall'altro il nostro contemporaneo che del paese conosce il dramma del XX secolo tra Rivoluzione, guerre e sconvolgimenti sociali e politici che ammantano il suo narrare di disincanto e di tragicità.

La storia come somma delle arti e delle lettere, dell'architettura e della filosofia: questo il quadro che dipinge Sokurov con un excursus che abbraccia tre secoli , che vuole essere un ritorno al grembo materno per affermare la dignità e la identità di una nazione.
A volte, unico difetto del film, la narrazione perde quei connotati di magico sogno per apparire invece un po' troppo didascalica, ma la grandiosità del progetto del regista lo espone inevitabilmente a qualche deviazione dalla retta via.
La scelta tecnica dell'unico piano sequenza contribuisce a creare un clima sognante che scorre continuo, ed è la prima volta che un regista opta per una soluzione così estrema e dispendiosa; d'altronde l'opera ha i chiari connotati del kolossal, vuoi per le tematiche, vuoi per lo sfarzo delle scene girate, straripanti di comparse, per le ricostruzioni accurate e per i costumi sfavillanti.
Kolossal sì, ma con lo stile visionario e la sensibilità di un regista sempre sorprendente, capace come pochi di sapere usare l'immagine in maniera potente e penetrante.

4 commenti:

  1. "Signore... Signore! Peccato che lei non sia qui con me. Lei avrebbe capito ogni cosa. Guardi: c'è il mare tutto intorno. Dovremo navigare... per sempre. E vivere. Per sempre."

    Ps_ La fine è da urlo!
    Pps_ Se 'kolossal' è nel senso che è tanta roba, allora sì, lo è. ;)

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  2. Kolossal lo è in molti sensi: certamente perchè è una sorta di poema epico per immagini della Russia, ma lo è anche in funzione dello spiegamento di mezzi (non a caso nella produzione intervengono pesantemente i crucchi); l'equazione kolossal= film molto fumo, poco arrosto, grazie al cielo sta venendo sempre meno; come sempre vale la massima: "se hai qualcosa di bello da raccontare farai un bel film" , a prescindere dal budget.

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  3. lo hai visto col piatto doppiaggio italiano o con l'audio originale sottotitolato? c'è una differenza abissale. la versione nostrana perde davvero molte sfumature. con l'audio originale ricorda molte le elegie tipiche di S. ne vidi una anni fà davvero stupenda, mi pare si chiamasse l'elegia dei defunti (o dei morti chissà!?). cmq secondo me è un film un po' ferale. è come se fossero due spiriti che si aggirano per l'ermitage. mi ricorda others. accostamento azzardato!! cmq capolavoro.

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  4. Le nostre versioni sono deleterie spesso e volentieri, io l'ho visto in originale coi sottotitoli, cosa che faccio sempre ormai quando possibile.
    Indubbiamente è un grande film, lo spirito che vedo vagare per L'hermitage è quello della madre Russia.

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