domenica 10 ottobre 2010

Hard boiled ( John Woo , 1992 )

Giudizio: 7.5/10
Rivisitazioni cinematografiche
L'arrivederci di John Woo


Con Hard Boiled John Woo pone idealmente fine al suo periodo HKese, prima di trasferirsi ad Hollywood dove ormai la sua enorme fama lo aveva preceduto e le lusinghe avevano ottenuto il risultato di far attraversare l'oceano a uno dei registi più stimati e più "spettacolari" dell'epoca.
L'ultimo lavoro in patria, al di là del suo valore intrinseco, decisamente un gradino al di sotto di quasi tutti i suoi lavori precedenti, possiede però nella sua iperbolica eccessività un segnale d'arrivo di un genere che a tutt'oggi rimane uno degli esempi più belli e ricci del panorama cinematografico.
John Woo , con un film eccessivo, estremo, ha voluto mettere il suggello indelebile alla sua carriera di regista di action movie, quasi a renderlo tanto spinto in avanti da non poter essere superato in altra maniera.
La struttura narrativa è di quelle classiche: un poliziotto reso cinico dal lavoro e un malvivente che altro non è che un poliziotto sotto copertura, l'incontro, lo scontro, l'amicizia e il comune sforzo per rendere alla giustizia un trafficante d'armi sanguinario; anche le tematiche sono quelle care al regista: l'amicizia virile, il ruolo assegnato dal destino, il senso dell'onore , i sentimenti sempre in agguato, la fede cristiana; quello che differisce è il climax raggiunto nelle tre scene su cui poggiano i tre quarti del film , tre scene di scontri armati, di sparatorie, di migliaia di pallottole che sibilano in tre ambienti  diversi di cui l'ultimo, con la scena più lunga e spettacolare, addirittura un ospedale, scelta forse non casuale per sottilineare la continua sofferenza umana sempre al centro delle tematiche di Woo.
Coreograficamente e tecnicamente le tre scene sono rigorosamente coerenti con il cinema del Maestro HKese, con lunghe carrellate, infiniti duelli a colpi di proiettili, slow motion posizionate ai punti giusti; quello che le differenzia è l'esasperazione della battaglia, quasi a sgombrare il campo da altri aspetti, quale quello melò che indubbiamente è meno incombente rispetto ad altri lavori.
Anche il finale, tutto sommato ottimista, con la probabile realizzazione di un sogno, spiazza un poco, tenendo presenti quelli delle opere precedenti cui Woo ci aveva abituato.
Non mancano ovviamente anche qui le solite tre o quattro scene da tramandare ai posteri (Il bebe che spegne con la pipi gocciolante il fuoco che inizia a prendere possesso del sergente Yuen, oppure i due poliziotti che sbucano fuori dalle celle frigorifero dell'obitorio, la citazione Shakespeariana con la quale conosciamo l'inflitrato Alan nella biblioteca.) , in un film che seppur con qualche carenza dal punto di vista dell'emotività e della forza dei sentimenti, chiude alla grande il ciclo Hkese del Maestro.
Chow Yun-fat e Tony Leung formano una coppia affiatata di attori straordinari , mentre nel ruolo del cattivo Johnny Wong un giovane Anthony Wong, dalla faccia forse ancora troppo pulita, trova probabilmente il suo trampolino decisivo verso una grande carriera.

8 commenti:

  1. Sono d'accordo con l'analisi ma secondo me è proprio la "diversità" ad essere il punto di forza di questo film.
    O meglio, se questo film non fosse il completamento di un percorso non avrebbe il valore che ha. Ovvero almeno di pari livello dei suoi film migliori.

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  2. Vero Martin, se lo intendiamo come la summa artistica del perido HKese di John Woo è come dici tu, se analizziamo però i suoi film in maniera decontestualizzata credo che questo sia un gradino sotto ai suoi migliori.

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  3. Anche secondo me , se visto come suggello al periodo HKese, il film ha il suo profondissimo senso; se lo si valuta a sè stante, credo che ne abbia fatti di migliori.

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  4. Infatti baobab è esattamente quello che penso, se poi si pensa che quelli che a mio avviso sono superiori son tutti capolavori assoluti, questo non stona assolutamente anche se ne rimane un po' al di sotto.

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  5. quel piano-sequenza nell'ospedale resta un qualcosa di sublime, oltre che,tecnicamente, quasi impossibile da realizzare: qualcuno mi sa spiegare come Woo sia riuscito a sincronizzare i tempi delle sparatorie, delle esplosioni, delle azioni e dei voli di cadaveri e personaggi, coi movimenti della macchina da presa????

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  6. Io non saperi spiegartelo Monsier :), indubbiamente è una sequenza bellissima e tecnicamente grandiosa, ma John Woo tecnicamente credo abbia pochi rivali oggi.

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  7. Concordo sulla grandiosità tecnica del film e di Woo in generale, d'altronde quei lunghi piano sequenza che incorniciano le sparatorie sono il suo marchio di fabbrica inconfondibile

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  8. Esattamente baobab, la sapienza tecnica di Woo è uno dei cardini della sua grandezza cinematografica.

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