domenica 12 dicembre 2010

La ragazza che giocava con il fuoco ( Daniel Alfredson , 2009 )

Giudizio: 4.5/10
La inevitabile e famigerata regola del sequel


Secondo atto tratto dalla trilogia di Stieg Larsson: regista nuovo, inevitabile applicazione della famigerata regola del sequel e film piuttosto scadente, privato di tutto quello che di buono c'era nel primo ed epilogo che sembra semplicemente la fine del primo tempo di un film giocato in due episodi.
Si salva poco in questo lavoro, probabilmente solo la bravissima Noomi Rapace sempre più al centro della scena col suo volto tagliato con l'accetta e la potenza del suo fisico manipolato.
La giovane hacker stavolta viene accusata di un triplice delitto che non ha commesso, in cui vengono uccisi una coppia di giornalisti e collaboratori di Mikael Blomkvist alla rivista di denuncia Millennium, e il tatuato per sfregio tutore della ragazza, nonchè suo aguzzino.
Dietro il delitto si cela invece un losco traffico di giovani ragazze dall'est europeo e Lisbeth, vuoi per istinto di sopravvivenza, vuoi per la sete di infliggere punizioni a chi odia e maltratta le donne, deve venire a capo del misfatto per salvare se stessa; quando poi si scopre che la sua sfera privata , i suoi fantasmi del passato si intersecano pericolosamente con l'indagine, diventa per lei un obbligo prima di tutto morale saldare i conti in maniera definitiva, anche grazie all'aiuto di Blomkvist, sempre convinto della sua innocenza.
Come thriller il film dice veramente poco: tensione pari a zero, intrigo (o presunto tale) scoperto dopo poche mosse, trama scontata e abbastanza noiosa, qualche tentativo citazionista maldestro ( su tutti la fuoriuscita dalla fossa in stile tarantiniano); se poi si considera che manca assolutamente quello scrutare una società come quella svedese in cui , sotto l'apparente patina di civiltà e di buona educazione si celano fantasmi mai sopiti del tutto (xenofobia, violenza), aspetto che invece nel primo episodio veniva preso di petto con più coraggio, si capisce come tutto il film risulti privo di interesse e abbastanza noioso in larghi tratti.
A poco serve l'unico aspetto veramente postivo, la citata presenza di Noomi Rapace, che non riesce comunque a fare risollevare le sorti di una pellicola che vorrebbe unire il rigore e l'austerità scandinava al dinamismo dell'action movie all'americana, un connubio veramente improbabile.
Considerato che il regista è lo stesso, sorge anche qualche lecito dubbio sull'opportunità di vedere anche la terza parte della saga, malgrado l'attrice protagonista, che forse a questo punto meriterebbe di più.

2 commenti:

  1. non che la fonte letteraria fosse 'sto granché, ma con questo secondo capitolo le poche buone trovate che c'erano le hanno buttate veramente tutte alle ortiche.

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  2. D'accordo pienamente, non conosco il testo, ma sicuramente rispetto al primo che ho trovato un film per certi versi valido, questo è mediocre assai.

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