domenica 26 dicembre 2010

Why has Bodhi-Dharma left for the east ? ( Bae Yong-kyun , 1989 )

Giudizio: 8.5/10
Il tempio cinematografico dello Zen


Un anziano monaco, un giovane monaco tormentato e un ragazzino orfano, isolati in un eremo nel mezzo delle montagne: la loro vita, i ricordi , i dolori , le domande sul senso dell'esistenza; è questo il cuore di un lavoro unico e affascinante, in cui il regista coreano Bae Yong-kyun, altro esempio di artista a tutto campo, inserisce le sue profonda riflessioni sulla vita e sul buddhismo (il riferimento a Bodi-Dharma è assolutamente essenziale in tal senso), più precisamente sulla dottrina Zen , quella che più di ogni altra si basa sulla meditazione trascendentale.
Considerare il film una sorta di manuale visivo sul buddhismo potrebbe risultare altamente fuorviante oltre che inesatto, in quanto l'opera non ha nulla di pedagogico o didascalico, risultando invece molto più propriamente un concentrato di concetti legati alla vita, alla morte e al dolore visti con la spiritualità dello zen.

Indubbiamente però è lavoro imprescindibile per chi si fosse interessato a tale dottrina, soprattutto per la profondissima spiritualità che anima tutta la narrazione, condotta a un ritmo riflessivo, con scarsi dialoghi e con immagini che, anche con una grossa impronta simbolica, cercano di parlare più di quanto possano fare le parole.
La vena pittorica del regista emerge splendidamente in una fotografia (da lui stesso curata come pure il montaggio) che spesso sembra dipingere lo schermo ed offrire rappresentazioni pittoriche di grandissima suggestione.
I concetti propri dello zen sono espressi in frasi secche ma che lasciano il segno ed invitano alla riflessione: il ruolo dell'uomo nell'universo, la sua ricerca della spiritualità,la libertà, il perseguire con disciplina e impegno il proprio compito, tutti concetti che calati nei tre personaggi ( e nella natura che li circonda), offrono una chiave di lettura sull'armonia del mondo.
E' un film del quale non è facile parlare, è soprattutto un lavoro da vedere e su cui riflettere, in cui se ci si inserisce subito sulla giusta lunghezza d'onda si può apprezzare il larghissimo respiro e il messaggio prorompente, frutto di una preparazione durata 8 anni.

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