giovedì 23 dicembre 2010

Tale of cinema ( Hong Sang-soo , 2005 )

Giudizio: 8.5/10
Il male di vivere tra uomo e donna


E' forse il lavoro più dolorosamente spietato di Hong questo Tale of cinema, carico come è di quella visone pessimistica, quasi una apocalisse dell'animo umano, che non prova neppure per un momento ad alleggerirsi con qualche sferzata di sarcasmo come il regista è capace di regalarci di tanto in tanto.
Le sue tematiche abituali stavolta, e più che mai viene da dire, anche alla luce dei lavori seguenti, vanno a coinvolgere il cinema nel cinema, mostrandoci due episodi apparentemente slegati ma che ben presto capiamo essere le due facce di una  realtà comune.
Come sempre la trama è scarnissima, quasi impalbabile, una coppia di giovani che si ricontrano dopo anni, sembra rifiorire l'amore, ma alla fine il sentimento dominante è la morte; e poi ancora due giovani, regista scalcinato lui , attrice lei chesembrano specchairsi nella coppia precedente, mettendo a nudo la solita incomunicabilità  venata di egoismo e cattiveria.
La storia ruota tutta su queste due situazioni , mostrando, ed è il vero caposaldo del cinema di Hong, personaggi che vagano come ombre, nudi di fronte alla vita e ai loro sentimeni negativi, che mostrano il loro volto molto spesso spregevole,seppur celato appena sotto un tono dimesso, personaggi che non sanno sfuggire alle ubriacature che non sono mai goliadriche ma semplicemente propedeutiche a qualche azione sconveniente; ma soprattutto, nodo centrale di tutta l'opera di Hong, una presunta misoginia che forse altro non è che la descrizione di due universi, quello maschile e quello femminile, che non sembrano fatti per compenetrarsi e dal cui incontro non scaturisce altro che asprezza, dolore e vuoto totale.
Anche la riflessione sulla morte, sia essa autoindotta che naturale, diventa un pretesto per mostrare dei personaggi che neppure di fronte ad un gesto simile offrono uno straccio di percorso etico.
Probabilmente anche più degli altri lavori, questa opera di Song risulta alla fine deflagrante, proprio perchè sembra tutto così terribilmente vero e coerente: la carrellata di personaggi riesce anche stavolta a colpire profondamente, nonostante una certa antipatia che si fa sempre strada.
Il cinema che si specchia nella vita e fino ad unirsi in un connubio che non ha molto di salvifico è tema che Hong, probabilmente anche per un impulso autobiografico, sviluppa spessissimo, a vario modo, nei suoi lavori, ma in Tale of cinema il risultato è senz'altro dei migliori.
Non è cinema semplice quello di Hong, tutt'altro, però se lo si conosce e si accettano le sue regole di narrazione ( e di complicità),il risultato non può che essere straordinario, perchè come scava e come gira il coltello nelle membra ferite Hong Sans-soo ce ne sono veramente pochissimi.

1 commento:

  1. Salve,
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    Ti ringrazio da subito e di nuovo... Buon Natale!
    AmosGitai
    (((CINEMAeVIAGGI)))
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