Part 1 :
Part 2 :
Giudizio: 5.5/10
Era senza dubbio uno degli aventi più attesi, star megagalattiche a parte, del Far East Film Festival 17, a maggior ragione perchè la Part 2 veniva presentata quasi in contemporanea con l'anteprima giapponese e mondiale; inoltre il regista Yamazaki Takashi, autore ormai navigato e con alle spalle numerosi lavori nel panorama cinematografico nipponico, l'anno scorso aveva portato a casa il premio del pubblico con il suo dramma storico-famigliare Eternal Zero.
Va subito detto che questo dittico di Parasyte non solo non è minimamente paragonabile come qualità al film vincitore in assoluto, ma in generale è lavoro abbastanza deludente cui forse solo i patiti indefessi dei best sellers manga potranno decretare un successo per altri versi poco spiegabile.
Ispirato al manga di Iwaki Hitoshi, uno di quei lavori pubblicati senza soluzione di continuità per numerosi anni, nonchè vincitore di svariati premi letterari di genere, Parasyte è il racconto di una invasione terrestre da parte di microrganismi alieni che scelgono l'uomo come ospite per poi trasformarsi in mostri famelici fino a conquistare , mantenendo il loro aspetto umano, il controllo del mondo.
Uno di questi esseri che usano gli orifizi naturali umani per insediarsi nel cervello, per colmo di sfortuna, non riesce a penetrare completamente l'umano scelto, si infilerà sottopelle in un braccio e darà vita ad una curiosa forma di simbiosi: l'adolescente Shinichi con una mano dalla quale un curioso personaggio monocolo che oltre tutto non sembra in particolare sintonia coi suoi simili molto più aggressivi e distruttivi; naturalmente l'essere monocolo è dotato di intelligenza superiore e quel moncherino è pronto a trasformarsi in un'arma letale tipo lancia.
Man mano che l'invasione avanza, Shinichi contando sulle conoscenze del suo ospite, viene a conoscenza del mondo alieno e dei suoi progetti di conquista del pianeta: rigorosamente irreggimentati gli alieni hanno alcuni capi carismatici tra cui una professoressa di biologia che mostra soprattutto un interesse scientifico per la strana fusione che si crea tra uomo e alieno, ma anche feroci e ambiziosi personaggi che mirano a conquistare il mondo partendo dalla città di Shinichi Higashi Fukuyama dove il candidato sindaco altri non è che un alieno.
Sul finire della prima parte e con l'inizio della seconda scopriamo quello che è il leader indiscusso degli alieni: Goto, con il quale attraverso un lungo percorso di avvicinamento il nostro eroe simbionte dovrà scontrarsi.
Attraverso la mitizzazione fumettistica Yamazaki crea una battaglia per il controllo della terra che rimanda ai vari racconti di mostri contro umani, sullo stile di Godzilla, con un racconto che alterna scene di azione con momenti di filosofia piuttosto dozzinale , soprattutto quando si disquisisce sulla natura dell'uomo, sulla sua indole malvagia, sul suo potere distruttivo sul pianeta terra e sulla presunta innocenza dei poveri alieni che nessuno riesce a capire , nonostante sbranino e si mangino gli esseri umani.
Francamente tutta questa atmosfera filosofico-naturalista con venature sociologiche e moraleggianti disturba non poco perchè assolutamente incoerente col resto del racconto, quasi un orpello superfluo che serve solo a dare colori umanistici al racconto.
Il film come storia di fantasia ricca di effetti speciali e di momenti palpitanti d'azione riesce anche a funzionare per un po', ma la reiterata risacca di riflessioni , per lo più dozzinali, sul destino dell'uomo appare a tratti addirittura grottesca.
Non c'è dubbio che il moncherino monocolo è simpatico e ci si affeziona ben presto a lui e lo strano essere simbionte diventa ben presto l'eroe imperituro del film, ma quasi quattro ore complessive di film dopo un po' iniziano a pesare.
E' probabile che la saga abbia un seguito, visto che di carne sul fuoco ce ne potrebbe essere molta se ci si ispira al manga; onestamente le prime due parti sono più che sufficienti a farsi un idea complessiva sul lavoro di Yamazaki.
Accanto all'onnipresente Sometani Sota ( cinque film nel 2014 e altrettanti in questo scorcio di 2015) nei panni dell'eroe col moncherino monocolo, va segnalata l'inquietante presenza di un imbolsito Asano Tadanobu nei panni del super cattivo Goto, interpretazione che lascia spazio a qualche valutazione non proprio benevola verso il divo giapponese, che abbiamo visto in lavori di ben altro spessore per gran parte della sua carriera.
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