Giudizio: 5.5/10
L'horror thailandese è assurto ormai da anni a genere filmico consolidato, popolato di fantasmi errabondi, superstizioni ed ossessioni: The Swimmer non vuole certo venir meno a queste convenzioni ed il regista Sophon Sakdaphisit mette nel calderone della trama del film tutto quello che può arraffare a piene mani.
Una amicizia tra due giovani nella quale l'elemento dominante è una dura e sotterranea competizione che si esplica in una piscina dove i due rappresentano le promesse più fulgide del nuoto, una competizione che obtorto collo travalica nella vita nel momento in cui Ice , la ragazza di Tan, quello tra i due appare il più competitivo, si invaghisce di Perth.
Primo colpo di scena che viene fuori quasi dal nulla: Ice si uccide gettandosi dalla piattaforma nella piscina vuota.
A quel punto la storia procede a sbalzi temporali: quello che succede tra la ragazza e Perth prima del suicidio e quello che succede al presente con Tan deciso a scoprire perchè Ice sia sia uccisa e Perth divorato dalle paure che diventano ossessioni e incubi.
Tutto il racconto , accanto ai rapidi flashback , procede a colpi di scena e a inaspettati sviluppi, mentre progressivamente ci rendiamo conto che quello cui stiamo assistendo è un incubo popolato di ossessioni e di rimorsi, di rancore e di illusioni.
Per tenere il ritmo che si conviene ad un horror che fa del continuo stravolgimento delle situazioni il suo nodo cruciale il regista thailandese si affida all'immancabile presenza di fantasmi in cerca di vendetta per placare la loro ira che altro non sono che il materializzarsi dei sensi di colpa, per rendere il clima ancora più cupo e denso propende per trovate che appaiono talmente assurde da risultare , a conti fatti, quasi geniali e comunque sorprendenti, accompagnate ad immagini che dovrebbero scuotere (una su tutte, il feto-bamboccetto causa di gran parte del nucleo narrativo) e concludendo con situazioni decisamente sopra le righe ( Perth che si convince di essere gravido , quando invece è semplicemente cirrotico).
Il resto della storia di barcamena tra le tipiche trovate da horror (fantasmi che compaiono e scompaiono alla velocità della luce, luoghi che si animano di oscure presenze, morti impiccati che sbarrano il cammino al povero Perth ormai in preda al terrore) che se da un lato contengono una certa dose di ironia , non si bene quanto voluta o quanto invece generata dall'assurdità della situazione, dall'altro vanno soltanto ad accumulare elementi nel racconto al punto che lo stesso inevitabilmente ne soffre.
Insomma The Swimmer è lavoro che non aggiunge nulla al genere, anzi semmai , con la motivazione di voler esserne una sorta di compendio, riesce solo a creare confusione e un pletorico accumulo di tematiche .
L'aspetto che più risalta in positivo è la ricchezza di immaginazione , nel senso che molto di ciò che vediamo altro non è che il racconto di un vortice ossessivo che si tramuta in incubo: un po' poco per fare di The Swimmer un lavoro che possa ambire a rimanere nella memoria.
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