domenica 27 settembre 2015

Colt 45 ( Fabrice Du Welz , 2014 )



Colt 45 (2014) on IMDb 
Giudizio: 7 /10

Ideato e girato prima di quell' Alleluia che , dopo sei anni dal molto poco convincente Vinyan, ci ha ripresentato un Fabrice Du Welz più credibile, Colt 45 ha visto la luce successivamente a causa di non meglio precisate difficoltà insorte in fase di post produzione.
Du Welz senza tanti fronzoli dichiara sin dai primi fotogrammi quale sia stata la sua fonte ispirativa: Colt 45 è infatti uno di quei lavori che periodicamente il cinema francese tira fuori dal cilindro nel tentativo di rivitalizzare il genere polar che tanto lustro ha portato al cinema d'oltralpe e l'opera di Olivier Marchal, soprattutto 36 Quai des Orfevres ripetutamente citato, è la stella polare che guida il regista nella realizzazione della pellicola.


Vincent è un giovane poliziotto , esperto balistico e mirabile cecchino che svolge il suo lavoro presso il poligono di tiro della polizia; il giovane vive il suo lavoro come un omaggio al padre , poliziotto di lungo corso morto da poco, che lo ha avviato sin da ragazzo su quella strada.
Nonostante le ripetute richieste di arruolamento presso corpi scelti di tiratori, Vincent sceglie sempre di vivere la sua vita fuori dalla trincea, chiuso nel suo laboratorio artigianale nel quale sperimenta nuove pallottole e modifiche alle armi.
Quando però sulla sua strada si para Milo, un ambiguo poliziotto che lo accalappia giocando sull'orgoglio e sullo spirito di sfida, Vincent dovrà affrontare una discesa negli inferi della sua coscienza e scendere in quella sporca trincea da quale si era sempre tenuto alla larga,  senza realmente averlo scelto, ma solo come conseguenza di coincidenze e di sottili trappole che gli sono state tese.

La storia quindi ben presto si incammina su strade popolate da poliziotti corrotti e altri dal passato oscuro, personaggi misteriosi, delinquenti sanguinari, trafficanti di droga e di armi attraverso le quali Vincent vedrà messa alla prova la sua onestà e il suo senso dell'onore.
La trasformazione in killer si verifica per una mefitica mistura di rimorso e di lotta per sopravvivere, sporchi guerre interne alle forze di polizia e sete di vendetta che trascinano Vincent nel fondo del baratro.
Il finale poi , che spiega alcune cose che erano rimaste sospese, è al contempo un coerente suggello narrativo e una beffarda riflessione sull'animo umano e sulle forze che lo guidano.
Il riferimento ai lavori di Olivier Marchal è chiarissimo sin dall'inizio: poliziotti dalla faccia sporca e sfregiata, lotte sotterranee feroci, ossessioni personali che guidano le scelte , una atmosfera plumbea sostenuta da una fotografia che accentua i toni bui, una carrellata di personaggi che sembrano essere fossili che escono fuori dal tempo passato, scolpiti ad accettate nei loro ruoli carichi di lati oscuri.
Da questo punto di vista il film funziona e anche bene, dove invece sembra mostrare qualche debolezza è nella superficialità con la quale vengono trattati i personaggi: manca insomma un minimo di introspezione e di studio delle personalità tali da poter giustificare certe azioni e certe maschere feroci; ma al di là di questo dietro il racconto che mette in primo piano l'ambiente della polizia francese e delle forze di sicurezza, c'è l'osservazione delle azioni dell'uomo troppo spesso guidate dal rancore e dall'emotività.
Altro aspetto valido di Colt 45 è la bella carrellata di personaggi cui regalano il volto una serie di attori francesi che spesso troviamo in lavori di genere; tra tutti, al di là del protagonista dalla faccia forse troppo angelica ( Ymanol Perset ), spicca Joey Starr nel ruolo dell'inquietante Milo Cardena, sempre rigorosamente inguainato nel classico impermeabile a bavero alzato di circostanza.

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