mercoledì 23 settembre 2015

The Return ( Green Zeng , 2015 )



Giudizio: 5.5/10

Un uomo seduto alla sua scrivania, la penna stilografica in pugno, la comparsa di due uomini che con fermezza seppur con cortesia lo portano via, la porta dell’appartamento chiusa in una immagine che si prolunga per 15 secondi; un uomo invecchiato, piegato sotto il peso degli anni che torna a bussar a quella porta.
In quei quindici secondi ci sono trenta anni di una vita passata in prigione con l’accusa di sovversione comunista.
Il vecchio Wen esce di galera e torna a casa dove c’è solo la figlia ormai adulta ad aspettarlo, la moglie è morta e il figlio maschio non vuole saperne nulla di lui; rifiutando scorciatoie fatte di compromessi, l’uomo si è consumato quasi tutta la vita in galera, mentre il suo paese, Singapore, è cambiato al punto di non essere riconoscibile ai suoi occhi.


The Return è il racconto in toni sommessi e minimalisti di questo ritorno alla vita di un uomo che stenta a ritrovare attorno a se quello che aveva lasciato: i legami famigliari, gli amici, la stessa città che ha cambiato faccia e che brilla freddamente nella sua stupefacente modernità che ha ricacciato indietro il passato; Wen vaga per la città cercando qualche appiglio che gli renda la città riconoscibile ancora come sua, cerca il conforto della famiglia e il calore degli affetti ma trova ostilità ed indifferenza o addirittura la proposta di seguire la figlia via dal paese, solo nell’incontro coi vecchi amici, quasi tutti passati per decenni nelle patrie galere, Wen riesce a ritrovare qualcosa del suo passato.


L’opera prima di Green Zeng, autore che finora si era cimentato in cortometraggi, ospitato nella rassegna della Settimana Internazionale della Critica, è un lavoro che fa dello stile scarno, asciutto a volte iconografico la sua esilissima impalcatura, una scelta stilistica che, lavorando sottraendo , arriva al nocciolo e lascia trasparire un sincero sentimento.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

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