Giudizio: 6.5/ 10
Armando è un uomo di mezza età , metodico, grigio, vicino all'apatia, svolge il suo lavoro da odontotecnico con grande scrupolosità; nel tempo libero abborda giovanotti di vita nelle strade di Caracas , se li porta a casa , li paga per spogliarsi mentre lui a debita distanza si masturba.
Quando il caso gli mette sulla sua strada di ossessione onanistica Elder, questi si dimostra ben poco propenso a prestarsi al gioco,lo deruba e lo picchia; nonostante ciò Armando prova per il giovane una attrazione che sembra andare oltre il semplice rapporto onanistico-marchettaro , motivo per cui si prende cura del ragazzo dopo che questo è stato picchiato a sangue, portandoselo a casa sua.
Anche Elder sembra cambiare il suo atteggiamento verso l'uomo: scambio di confidenza sull'infanzia trascorsa, sulla vita quotidiana e quando sarà il ragazzo ad avvicinarsi sarà Armando a respingerlo.
L'uomo ha anche un altro tarlo che lo macera: la ricomparsa dell'anziano padre verso cui prova un odio sconfinato cui il giovane amico, quasi fosse una prova di amore, mette fine ammazzando il vecchio e riavvicinando a sè in maniera più tangibile Armando.
Il colpo di scena finale, a sorpresa nella sostanza, ma assolutamente necessario formalmente per la struttura del racconto, lungi dal far collimare le tessere del puzzle, scava maggiormente il cratere in fondo al quale sono depositate pericolosamente troppe cose rimaste sospese ed inespresse.
E' forse Lorenzo Vigas, qui alla sua opera prima, un abile manovratore di marionette al punto di fare dell'ambiguità e del dubbio la colonna portante del film oppure è un furbacchione che si affida al non detto per stimolare l'immaginazione dello spettatore?
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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