Giudizio: 6.5/10
L'attinenza con SPL di dieci anni fa diretto da Wilson Yip è solo casuale, grazie al riferimento della tradizione astrologica contenuta nel titolo, sebbene, lasciati da parte Sammo Hung e Donnie Yen, nel cast figurino sia Simon Yam che Wu Jing che della pellicola del 2005 erano tra i protagonisti.
Soi Cheang, uno tra i pochi autori autenticamente HKesi ancora rimasti sulla scena, riesuma quel titolo , ma il film non ha nulla a che vedere dal punto di vista narrativo con quello di Wilson Yip.
Ambientato in parte ad Hong Kong e soprattutto in Thailandia, SPL 2 racconta una storia dalle premesse dure: il traffico di organi umani da utilizzare per i trapianti; ecco spiegata la location thailandese che quando c'è da mettere mano ad argomenti scabrosi ed esecrabili è sempre una buona via d'uscita.
L'organizzazione criminale è guidata da uno spietato e oscuro Louis Koo che, per uno scherzo del destino, ha una malattia cardiaca per guarire dalla quale ha bisogno di un trapianto; l'unico donatore, data la rarità della sua mappa genetica è il fratello minore; i poveri malcapitati vengono rapiti e trasferiti in Thailandia dove verrano privati degli organi destinati al mercato nero.
La polizia che sta dietro al traffico ha infiltrato un suo uomo che si ritrova tossicodipendente per dare più credito al suo ruolo; quest'ultimo è anche l'unico donatore di midollo disponibile che potrebbe salvare una ragazzina thailandese, figlia di un poliziotto.
Tutte le strade portano in Thailandia dove le storie si incroceranno pericolosamente e dove i ruoli e la dicotomia tra bene e male ben presto vacilleranno pericolosamente, in un crescendo di situazioni che si creano con il convergere di coincidenze.
Nonostante il tema scottante del traffico illegale di organi ben si prestava alla creazione di un clima cupo, cosa che Soi Cheong asseconda all'inizio, ben presto SPL 2 tende a prendere la deriva del classico action movie dove volano calci e cazzotti tra una sparatoria ed un altra.
Come opera che richiama i film sulle arti marziali SPL 2 soffre del problema di tutte le pellicole del genere che vengono sfornate negli ultimi anni: nonostante la presenza di validissimi artisti marziali la tecnologia , il digitale, le slow motion e le inquadrature che ricercano eccessivamente la cifra stilistica, tendono ad appiattire l'aspetto puramente tecnico del combattimento; SPL 2 non viene meno a questa tendenza anche se le prove di Tony Jaa e di Wu Jing sono rimarchevoli.
Al di là di tutto ciò comunque il lavoro di Soi Cheang ha i suoi pregi, soprattutto in certi momenti, quasi sempre al di fuori delle scene d'azione, in cui la regia sembra richiamare lo stile visivo di Accident; ha sicuramente il suo ritmo e conserva il suo spirito HKese che si basa sui consueti temi cari al genere ( amicizia virile, senso dell'onore ); d'altra parte alcune scelte narrative oltre che un po' deboli, tendono ad essere troppo ridondanti ( la storia della piantina, il sogno del lupo).
Insomma un lavoro che presenta svariati lati positivi ma anche qualche aspetto poco convincente che però non riesce a scalfirne l'impianto complessivo.
Louis Koo è inquietante nel suo personaggio tetro, Simon Yam è il solito grande attore, Tony Jaa dal punto di vista tecnico ed atletico è insuperabile ben spalleggiato da Wu Jing e dal cattivissimo Zhang Jin.
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