lunedì 11 novembre 2019

Adoration ( Fabrice du Weltz , 2019 )




Adoration (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10


Regista che aveva coagulato intorno a se qualche anno fa un grande interesse, soprattutto per l’impulso personale dato al genere horror psicologico, Fabrice duWeltz aveva da qualche tempo fatto perdere le sue tracce prima di riemergere dall’anonimato con Adoration, un thriller con al centro del racconto una coppia di adolescenti in fuga dalla vita.
Paul vive con la madre nella clinica psichiatrica immersa nel bosco dove la donna lavora, è un ragazzino silenzioso ma sensibile, che vive quasi un afflato sensoriale con la natura che lo circonda; quando nel parco nel quale è immerso l’istituto incontra Gloria, una ragazzina con notevoli problemi psichiatrici, la sua esistenza subisce un cambiamento repentino. Letteralmente rapito a infatuato della ragazza Paul si presta in tutti i modi per aiutarla nonostante la madre lo metta in guardia; niente però impedirà ai due di fuggire dopo che Paul avrà visto con i suoi occhi per la prima volta cosa è in grado di fare Gloria.


Nonostante il timore per lo stato della ragazza, Paul si lascia andare a questa fuga folle, nutrita dalla insanità che risiede nelle mente di Gloria e dall’amore totalizzante del ragazzo che non vacilla neppure davanti all’emergere dei demoni della sua amica.
Lavoro che si lascia alle spalle le atmosfere morbose e ribollenti di follie e perversioni che avevano fatto la fortuna del regista, Adoration possiede una notevole forza narrativa che però duWeltz non sempre riesce a incanalare nel modo più opportuno al punto che il film per molti versi può essere considerato  una occasione persa; girato in pellicola , l’ultimo lavoro del regista belga tende a richiamare più la compenetrazione con la natura di stampo malickiano che i toni da horror, con il risultato di offrire immagini che la pellicola e le scelte di fotografia rendono particolarmente calde e avvolgenti, quasi ad avviluppare i due giovani protagonisti alle prese con la follia e con il battesimo nella vita adulta dove c’è poco spazio per il gioco e l’innocenza.
La fuga passa ben presto  dall’essere una folle avventura a un incubo senza fine nel quale però è il forte legame che unisce i due ragazzi, coesi in un malato binomio  autodistruttivo, la tematica principale.
L'opera, di certo tra le più convincenti di una Festa del Cinema all'insegna della delusione, presentata tra l'altro nella rassegna collaterale e indipendente di Alice nella città, è una appassionata lettura della follia, quella mentale e quella amorosa che ci incontrano generando una deflagrazione straordinaria.

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