Storia di botte e di stelle
L'ambientazione è quella ipersfruttata nelle pellicole HKesi: handover alle porte, bande di cinesi e vietnamiti che si danno battaglia, poliziotto infiltrato nelle triadi, detective che fa della risolutezza e delle maniere spicciole il suo stile peculiare di intendere il lavoro che, come ripete all'inizio e alla fine del film, è quello di catturare i criminali.
Il tocco in più , indubbiamente bello e spettacolare che manderà in estasi i cultori del genere, lo da Wilson Yip con scene di combattimento e botte da orbi, in perfetta scia con l'ormai leggendario filone di film sulle arti marziali; se poi aggiungiamo che accanto ad una star come Louis Koo, dominano la scena due giganti come Donnie Yen e Collin Chou, il risultato non può che essere una storia a mille a l'ora, che inizia un po' in sordina, molto indirizzata alla descrizione delle situazioni contingenti, ma che da metà in poi accende il turbo e corre via frenetica e pirotecnica, donando sparatorie infinite e combattimenti all'ultimo sangue in cui non si risparma nulla: voli dai tetti, salti, bastonate, distruzione di tutto ciò che circonda le scena.
E' chiaro che il film potrà far storcere il naso ai cultori del cinema snob, ma considerando l'importanza storico-culturale che simili pellicole hanno avuto nella storia della cinematografia Hkese, il potere comunque ancora apprezzare un film d'azione e botte fatto bene, che lascia col fiato sospeso e che trascina in un ritmo fernetico, fa sempre piacere, a maggior ragione quando regista e attori, autentici mostri sacri del genere, danno il meglio di sè.
Wilson Yip ha diretto numerosi film che rimangono tra i più belli del genere e quindi conosce bene il mestiere e la manipolazione delle imagini, si avvale di una colonna sonora che da forza alla storia, evita tutte quelle implicazioni sociologiche e psicologiche che probabilmente stonerebbero pesantemente in questo contesto.
Wilson Yip ha diretto numerosi film che rimangono tra i più belli del genere e quindi conosce bene il mestiere e la manipolazione delle imagini, si avvale di una colonna sonora che da forza alla storia, evita tutte quelle implicazioni sociologiche e psicologiche che probabilmente stonerebbero pesantemente in questo contesto.
Un film insomma che tiene vivo in maniera valida un filone storico che ultimamente appare un po' in affanno e che si lascia apprezzare anche da chi appassionato di questo genere di pellicole non è.
Come detto il trio di stelle protagonista contribuisce efficacemente alla riuscita del film : Louis Koo nel ruolo del poliziotto infiltrato, scoperto e perseguitato, Donnie Yen in quello del detective che non va troppo per il sottile, animato però da senso di lealtà estremo verso il collega in difficoltà e Collin Chou il cattivo vietnamita verso cui si scatena l'ira dei due poliziotti.
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